rain 8 / 10 19/05/2025 20:33:42 » Rispondi Dopo quell'orrido pasticcio di "Noah" Aronofsky dirige nuovamente un lavoro di carattere religioso, ma questa volta lo fa ad alti livelli. Per quanto buona parte del film possa sembrare assurda ad un occhio disattento, la metafora biblica è palese e ci racconta, con un punto di vista critico, la follia dell'esagerato fervore religioso verso un D*o rappresentato qui come un divo certamente benevolo ma anche egocentrico, che ama più di ogni altra cosa essere adorato. La bravura di Aronofsky sta soprattutto nel dare alla sua opera un'atmosfera pseudo-horror (del resto molti passaggi dell'Antico Testamento si adatterebbero bene a questo genere) che trasmette inquietudine nella lenta prima parte e follia nella seconda.