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UOMINI CONTRO regia di Francesco Rosi

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stratoZ     8½ / 10  20/05/2025 13:10:31Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Tra i film che preferisco di Rosi, un war movie che probabilmente rientra nella cerchia delle sue opere più romanzate, impattante, amaro, cinico, tra le opere in cui l'autore si concede - e concede allo spettatore - qualche sentimento molto di pancia, gettandosi violentemente contro la guerra, prendendo il punto di vista dei soldati ammassati e ridotti in pessimo stato in una trincea sporca e degradata, andando a prendere di mira la propaganda bellica, basata su valori fittizi di patria, onore, prestigio, che si scontra con le condizioni disumane e i massacri quotidiani, elemento in realtà già visto in tanti film antimilitaristi, ma la peculiarità che contraddistingue "Uomini contro" è la lotta di classe che Rosi inserisce al suo interno, evidenti sono i debiti con quel capolavoro di "Paths of glory" di Kubrick, di cui potremmo definire questo film la versione più sporca, mettendo in contrapposizione non più i due fronti bellici, quanto i soldati e i superiori, i primi maltrattati in nome di rigide e schematiche convenzioni militari, che spesso vanno contro ogni logica e buonsenso, con i secondi che vengono descritti come uomini poco pragmatici, in balia del loro ego e soddisfatti da una sete di potere che li rende totalmente disumani, mandando a morire uomini per pura questione di principio, per una piccola negligenza da parte di questi ultimi o per il gusto di non essere contraddetti, sentendosi superiori in quanto hanno la loro vita in pugno, emblematica è la figura del personaggio di Volonté, tenente dalla spiccata umanità che matura fin dall'inizio un progressivo opporsi alle logiche della guerra, ai suoi interessi, quelli dei potenti, che intascano quattrini col cul0 al caldo, che vanno a scapito dei poveri giovani mandati al fronte, Rosi mette già le carte in chiaro con la prima sequenza, quella dell'alt comunicato in maniera sbagliata e del generale che ordina senza pensarci troppo l'esecuzione di un povero soldato appena ventenne, ma le sequenze successive se possibile enfatizzano ancora di più questi contenuti, mostrando un'istituzione marcia, dogmatica e desueta, Rosi descrive l'esercito come aveva già fatto con gli altri poteri nei suoi precedenti film, usando un linguaggio fresco ed espressivo, mi torna in mente quella scena stracolma di suspense della feritoia numero 14 in cui il tenente fa affacciare il generale dopo l'ennesimo abuso sui sottoposti, per farlo ammazzare dal cecchino austriaco infallibile, cosa che in realtà non avviene, come a mostrare quanto questi superiori in realtà siano indenni dalle conseguenze della guerra, che si riflettono solo sui poveri soldati che sull'orlo della disperazione arrivano anche ad automutilarsi, ma è pieno di grandi sequenze del genere, le svariate scene di combattimento sono mostrate con poca epicità e una forte disillusione, in cui ogni tanto prevale la componente lisergica, mi viene una delle prime sequenze di combattimento, totalmente al buio con soltanto i flash della armi da fuoco che creano questo effetto allucinato, come un incubo ad occhi aperti.

Film di guerra molto molto bello.