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PICCOLO CESARE regia di Mervyn LeRoy

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stratoZ     8 / 10  24/05/2025 13:53:14 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Facente parte di una sorta di sacra trinità dei gangster movie seminali, assieme a "Scarface" di Hawks e "The Public Enemy" di Wellman, questo film di LeRoy, oltre che essere una perfetta opera di denuncia sociale, da contestualizzare al periodo, tra la grande depressione, il proibizionismo e questo imperare di criminalità nelle metropoli, contiene in nuce una struttura e degli archetipi che contribuiranno allo sviluppo del genere nei decenni a seguire, si nota facilmente la poca disponibilità di mezzi in realtà, che rende il film di stampo teatrale, stracolmo di dialoghi e con poche sequenze pirotecniche o con una qualsivoglia componente action, ma è un film che intelligentemente fa di questo limite una virtù, riuscendosi a concentrare e approfondendo a dovere la psicologia dei personaggi.

E su tutti ovviamente c'è il protagonista Cesare Bandello, detto Rico, piccolo criminale con mire espansionistiche, che da una piccola cittadina si trasferisce a Chicago per cercare di entrare in un giro più grande, il suo è il classico personaggio dell'ometto bassino e tozzo, probabilmente con qualche trauma di svalutazione alle spalle che cerca a tutti i costi una rivalsa, mangiato dal proprio ego e dai tipici valori fittizi della mafia che questo film in certi frangenti riesce a dissacrare efficacemente - la trovata delle dichiarazioni del capo della polizia, mentre Rico è latitante, geniale -, vuole essere un uomo potente e rispettato a tutti i costi, ma soprattutto temuto, lontano dallo stereotipo del gangster dedito alla bella vita tra prostitute, alcool e droga, anzi è un uomo senza vizi, che per le proprie mire espansionistiche sacrifica anche la vita privata, per essere sempre lucido ed affrontare correttamente i momenti critici, potremmo dire che la sua vera droga è il potere, è così che inizia la sua avventura nella banda di Sam Vettori, scalando velocemente le gerarchie col suo carattere irascibile e arrogante, dal grilletto facile, arrivando presto a prendere il posto del suo boss stesso, portando con la sua ambizione il resto della banda dalla sua parte, la struttura narrativa, mostra la tipica ascesa e caduta che diventerà una sorta di grande classico del genere, mostrando la stessa sete di potere che ha portato il protagonista in alto, portarlo all'autodistruzione e ad una non accettazione del declino, con inevitabili conseguenze psicologiche, e in questo senso la figura del gangster è mostrata con particolare macchiettismo, ma estremamente efficace nello scoperchiare tutti i problemi di fondo di figure che fanno dell'immagine di uomo forte e sicuro che vogliono trasmettere, uno dei loro cavalli di battaglia, superfluo dire che Robinson qui è un gigante, in una delle sue migliori interpretazioni, con quella vocina nasale e il muso perennemente arrabbiato, in preda al suo ego costantemente alimentato dal potere che riesce ad ottenere ma che lo porterà ad un'inevitabile disfatta.

E poi c'è Joe, il migliore amico di Rico, che rappresenta l'altra faccia della medaglia, Joe vuole uscire dal giro, vuole smetterla di essere un criminale e iniziare una nuova vita con la sua nuova compagna e lavorare come ballerino, la trama parallela di Joe, che orbita spesso attorno a Rico, avvicinandosi ed allontanandosi in base ai momenti, mostra questa sorta di impossibilità di uscire dal giro criminale, come un vortice che risucchia chi ormai è stato tirato dentro e non dà possibilità di redenzione, fatta eccezione per qualche scelta estrema, è un personaggio a suo modo complesso, ben sfaccettato, che mostra anche una certa fedeltà a Rico per pura amicizia, ma che inevitabilmente viene messo spalle al muro da un contesto intrattabile.

Ben gestito visivamente, girato prettamente in interni, con tanto dialogo e poca azione, tuttavia c'è qualche momento di tensione molto ben gestito, dalla soffiata che costringerà Rico alla fuga agli ultimi fatali momenti tra i vicoletti sporchi della metropoli, campo di conquista del gangster che diventa presto il luogo della disfatta, è un film tutt'altro che perfetto ma è un piccolo tassello che ha esercitato una grande influenza sul genere.