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SICK OF MYSELF regia di Kristoffer Borgli

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stratoZ     7 / 10  06/06/2025 12:54:55 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Tutto purché se ne parli. "Sick of myself" è una commedia grottesca, in bilico tra tanti altri generi, che è un'amara riflessione sulla società attuale, cinico, caustico, tagliente, con un soggetto tanto semplice quanto disarmante, nonostante qualche ripetitività di troppo, funziona alla grande nel suo trasporre il significato e farlo arrivare dritto allo spettatore, è un film fastidioso, scomodo, probabilmente perché in minima parte, qualsiasi spettatore o persona in generale, ha questo bisogno, latente o meno, di attenzioni, certo il film iperbolizza tutto, portando questo bisogno ad una vera e propria patologia, tramite la storia di Signe, ragazza senza nessun talento in particolare, che lavora in un bar, con un fidanzato che è un aspirante artista, sembra essere tutto nella norma fin quando lui non riesce ad ottenere il tanto sperato successo, diventando uno degli argomenti di conversazione principale con gli amici, da qui la discesa nell'egocentrismo della protagonista, in tutta la sua morbosa voglia di attenzioni a tutti i costi, il film è come un loop, una caccia continua della protagonista al pretesto per riuscire ad attirare l'interesse del resto del mondo, qualsiasi sia il costo, le attenzioni diventano come ossigeno, manifestando questo malessere prima in modo sintomatico, come nella conversazione iniziale con gli amici in cui sminuisce l'opportunità data al fidanzato da questa famosa mostra solo perché sarà in una sede diversa, leggermente più piccola, o con la sua inventata allergia alle noci che tratta come un grave problema di cui ha addirittura difficoltà a parlare, crescendo sempre di più e arrivando fino al danno autoinflitto, dai tentativi di farsi attaccare dal cane, alla scelta di prendere questo farmaco che causa grossi problemi alla pelle, deformandola e facendole attirare la pena da parte del resto del mondo.

Borgli è bravo nel riuscire ad inventare sequenze esplicative, anche dal sapore surreale, a sottolineare le turbe della protagonista, sfociando saltuariamente nel body horror e regalando qualche scena ad alto impatto, su tutte il rapporto sessuale con il racconto dell'ipotetico funerale di Signe, in cui le persone arrivano da ogni parte del mondo per partecipare alla disperazione collettiva della sua dipartita, addirittura col padre che non riesce ad entrare in chiesa perché non messo in lista, arrivando ad un finale dal piglio ironico che mostra una sorta di infelicità di compromesso che nella sua tragicità fa raggiungere alla protagonista il suo scopo, mettendo la fama e le attenzioni ricevute al di sopra della salute stessa.

Buonissimo film.