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THE CHOSEN - STAGIONE 1 regia di Dallas Jenkins

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Niko.g     8 / 10  08/06/2025 15:57:28 » Rispondi
Nata da una gigantesca raccolta fondi (crowdfunding), è in assoluto la prima serie televisiva (disponibile gratuitamente in streaming) sul ministero pubblico di Gesù di Nazareth e, una volta tanto, l'uso di questa tipologia di prodotto ha un senso. Per ovvie ragioni sulla figura di Gesù sono stati girati diversi film ma, a ben vedere, la scelta di una serie con più stagioni è quanto di più adatto possa esserci se si decide di raccontare gli anni della vita pubblica del fondatore del Cristianesimo.

La cosa bella è che la persona che ha ideato, scritto e diretto "The Chosen", per quante libertà artistiche possa essersi preso, è riuscito non solo a stare nei binari del contesto storico-culturale dell'epoca, ma a mantenersi sul tracciato del Vangelo, che resta la bussola della sceneggiatura fin da questa prima stagione, quando Gesù diffonde il suo annuncio formando un gruppo di persone che diventeranno presto i suoi discepoli: da Maria Maddalena, che si libera dalla schiavitù del peccato, a Matteo, che lascia la sua ricchezza perché sente di averne trovata una impareggiabilmente più grande, fino a Simon Pietro un pescatore irascibile e testardo che Gesù saprà trasformare in pescatore di uomini. Tutti, in occasione delle nozze di Cana (Giovanni 2, 1-11), approfittano del momento per conoscersi meglio e fare amicizia. Nasce così una bella solidarietà tra loro, anche quando continuano ad essere sopraffatti dagli eventi e incapaci di capire appieno il loro maestro. La stagione si conclude con i discepoli che lasciano Cafarnao per recarsi in Samaria. Gesù annuncia di essere il Messia.

L'approccio della serie è moderno, ma senza oltrepassare il limite. Anzi, il suo punto di forza è proprio quello di umanizzare figure storiche spesso percepite come distanti, rendendole tridimensionali e avvicinandole al pubblico di oggi, sempre col massimo rispetto e non disdegnando paralleli tra l'Antico e il Nuovo Testamento che impreziosiscono, sul piano esegetico, il corpus narrativo.
Jonathan Roumie, l'attore che interpreta Gesù, è l'emblema di questa vicinanza nei confronti dello spettatore. Sguardo paterno, dolce, non un'icona distante (saranno contenti stavolta i sofisticati detrattori del Gesù di Zeffirelli?), ma una persona carica di umanità ed empatia, che trasuda umiltà e amore da tutti i pori e perciò riesce a toccare le corde emotive di chiunque si imbatte in lui e sia libero (o decida di liberarsi) da sovrastrutture ideologiche.

Insomma, non è certamente una serie "riservata" a chi ha Fede, ma un'esperienza in grado di coinvolgere chiunque, sia sul piano puramente immersivo, grazie alla coralità di un cast dignitosissimo e alle ambientazioni accuratamente riprodotte, sia sul piano dei dialoghi, che toccano vette di commovente intensità. Il suo successo globale in qualche modo dimostra questo coinvolgimento trasversale, che nasce dall'aver saputo raccontare, con onestà ed equilibrio, la storia del Cristo attraverso gli occhi di chi lo ha conosciuto e si è visto in prima persona protagonista di un cambiamento radicale, fino a sperimentare una vera e propria rinascita.