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AMICI MIEI regia di Mario Monicelli

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stratoZ     9 / 10  13/06/2025 13:00:24Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Straordinaria commedia di Monicelli, il film che viene considerato il canto del cigno della commedia all'italiana nella sua accezione più classica, "Amici miei" per il sottoscritto è una delle migliori commedie di sempre e allo stesso tempo un'opera che si trascina con sé una malinconia pazzesca, mischiata a tante altre sensazioni che non saprei definire, fattostà che ogni visione vengo trasportato da una marea di emozioni nel vedere questi cinque uomini di mezza età, forse anche un po' oltre la mezza, e le loro zingarate, "Amici miei" è un inno alla vita nella sua visione più spensierata ed allegra, mostrando questi cinque personaggi tutti caratterizzati a dovere, buona parte di essi con grossi problemi alle spalle nella vita di tutti i giorni ma che riescono a far passare tutto con le splendide serate tra di loro, un'unione tra i quattro amici di una vita, più il Sassaroli, altro personaggio emblematico, che seppellisce ogni problema sotto il divertimento e la complicità, è un tipo di comicità amara e gioiosa, tramite la quale il film mostra una realtà ben più spenta di quanto possa sembrare, ma animata dalle intuizioni di questi personaggi simil picareschi, ma mai caricaturali, la dicotomia principale è evidente, quella tra una società rigida e intrappolata in convenzioni e apparenze, rappresentata da alcuni caratteri secondari, come possono essere il figlio del Perozzi, ingegniere sempre in giacca e cravatta dal comportamento rigido e senza un briciolo di senso dell'umorismo o le stesse mogli e compagne, stufe delle scorribande dei cinque amici, una dicotomia, citando lo stesso film, tra chi la vita la interpreta come una condanna ai lavori forzati e chi come un gioco, facendosi beffa di ogni problema e godendosi ogni piccolo momento, con la consapevolezza che potrebbe essere l'ultimo.

Monicelli è straordinario nel dosare ironia e dramma, dando al film continui input da entrambe le parti, dallo stesso incipit, meraviglioso nel trasporre la voglia di evasione del Perozzi - che diventa la voce narrante dell'intero film -, dopo una nottata in ufficio, che non ha voglia di rinchiudersi in quattro mura per dormire arrivando ad un finale toccantissimo, in cui si concretizza tutta la malinconia che il film ha abilmente costruito mattoncino per mattoncino, rapporto per rapporto, un legame tra personaggi imperfetti quanto umani, ma nel mezzo c'è tantissimo materiale, è probabilmente uno dei film più iconici di sempre, a livello di immaginario collettivo, almeno in Italia, considerate le innumerevoli sequenze di assoluto valore che vi sono dentro, da quella splendida superc4zzola del Mascetti all'agente di polizia, elemento che diventerà un leitmotiv del film e funziona egregiamente sia come espediente comico che come critica sociale, in quanto le persone che la subiscono costantemente fanno finta di aver capito pur di non cadere nell'imbarazzo di richiedere la stessa cosa e passare per scemi - il finale a proposito di questo è straordinario, col Perozzi che fa la super*****la durante l'estrema unzione, scherzando fino all'ultimo respiro, momento meraviglioso -, a tutto il flashback riguardante l'incontro col Sassaroli, le varie marachelle in ospedale e tutta la questione riguardante la moglie, ecco a proposito del Sassaroli, lui è un personaggio di compromesso, quello che ha la trasformazione più clamorosa, passando dall'essere un rispettato chirurgo, rigido e autoritario, con a carico la moglie e tutta la famigliola tra figlie, governante e cane al prendere la palla al balzo, con la relazione tra la moglie e il Melandri per evadere totalmente da queste convenzioni familiari, dedicandosi finalmente alle zingarate con questi nuovi amici che gli regalano splendidi momenti di svago, forse il Sassaroli è il borghese rigido per eccellenza che realizza la monotonia della sua vita e decide di passare dalla parte di questi amici che si sentono un po' zingari, realizzando il suo desiderio latente di evasione, che viene finalmente normalizzato dalla presenza di questi altri quattro.

O ancora, la famosa zingarata degli schiaffi alla stazione - quando Perozzi becca il figlio mi stavo ribaltando - ripresa pure in Fantozzi al contrario, tutte le sequenze riguardanti Righi, questo pensionato avido su cui i cinque amici si prendono una gustosa vendetta perculandolo continuamente e facendo finta di essere dei gangster pericolosissimi, avendo trovato il pollo perfetto su cui divertirsi, fino alla splendida scena della festa, "Cos'è il genio?" con lo scherzone del Necchi che farà andare in panico tutti gli invitati, ma è emblematica anche la stessa presentazione del Sassaroli con i proprietari di casa, altoborghesi che non conoscono affatto i cinque invitati e che per convenzione non riescono ad impedirgli di infiltrarsi, il film è un continuo giocare con queste convenzioni filo borghesi, tutte costantemente spezzate dal brio dei cinque amici che in fondo sono molto più saggi del resto del mondo costantemente corrucciato, perché alla fine non esiste problema, per quanto grave, che non possa essere seppellito da una serata tra amici, tra qualche scherzo e zingarata, l'eccezionalità del film è trasmettere questo mood unico, difficilmente ripetibile, straordinario.

Impossibile non parlare delle performance degli attori, tutti affiatati e meravigliosamente in parte, da Noiret a Tognazzi, da Celi a Moschin, da Del Prete, alla stessa Vukotic, ognuno un tassello che compone un'unione irresistibile, uno dei buddy movie migliori di sempre e tra i miei preferiti di Monicelli - è una bella sfida con parecchi altri "Guardie e ladri" su tutti, e la dice lunga sulla grandezza del regista -

Straordinario.