Buon film a metà tra commedia e dramma, che fondamentalmente mostra due facce, quello da film prettamente di formazione, col rapporto genitori-figli in evidenza, in un periodo particolarmente delicato per questi ultimi, quello dell'adolescenza, e allo stesso tempo prende le fattezze del dramma coniugale, con l'approfondimento della relazione omosessuale tra queste due donne e un apparentemente improbabile terzo incomodo.
La trama è molto basilare, le due donne hanno una relazione che va avanti tra alti e bassi e hanno avuto due figli, partoriti tramite la fecondazione artificiale, un giorno nel pieno della loro adolescenza, appena la sorella maggiore compie 18 anni, contattano la banca del seme per venire a contatto col loro padre biologico, che donò lo sperma anni prima, da qui si sviluppa una sceneggiatura molto valida, che tira in ballo tante tematiche, dalla crisi di coppia all'incomunicabilità tra genitori e figli, senza scadere mai nel banale o nello stereotipo, sebbene qualche scelta diventi prevedibile col passare col minutaggio, mi è piaciuta molto la rappresentazione della sessualità, qui vissuta non in maniera schematica, quanto con numerose sfaccettature, dalla stessa vicenda principale del tradimento del personaggio della Moore, che tradisce la sua compagna col padre biologico dei figli, uomo attraente e comprensivo, una sorta di latin lover con cui inizia una relazione passeggera, fino alla questione dei filmati pornografici che guardano le due donne nei momenti di intimità, con i figli che fanno svariate domande al riguardo, stupiti che le due donne possano pr ovare piacere con filmati riguardanti gli uomini.
Allo stesso tempo è interessante il rapporto sviluppato con i figli, che mostrano le due donne in tutta la loro imperfezione, fare il genitore è forse il mestiere più difficile del mondo, in un periodo così delicato di scoperta e voglia di libertà, alle prime esperienze sessuali e alle prime relazioni, mostrando bene i contrasti e l'incomunicabilità che si viene a creare specialmente quando si trattano argomenti considerati tabù, come appunto quello della sessualità - emblematico il confronto in cui le due donne credono che il figlio sia omosessuale e provano a farlo a confessare, momento quasi da commedia degli equivoci - fino alle incomprensioni con la figlia ed una certa iperprotettività vista di cattivo occhio,
Simpatico stilisticamente, basato su dialoghi molto esplicativi, ma raramente stucchevoli, con uno stile leggiadro, buone interpretazioni e una colonna sonora molto bella fatta perlopiù di grandi classici, tra Bowie e quella bella scena dove cantano "All I want" di Joni Mitchell.