"Swallow" ha un grande pregio, ovvero quello di avere un soggetto originale, non capita tutti i giorni, anche a chi ha visto tanti film, di imbattersi in un'opera che parla di un disturbo come il picacismo, su questo punto di vista, tanto di cappello, allo stesso tempo, è un film che progressivamente è andato a deludermi, mi è sembrato il classico dramma psicologico dalle implicazioni sociali sceneggiato e diretto col pilota automatico, tirando presto in ballo svariati elementi che lo ricollocano nel bel mezzo di quei film poco originali da cui si era inizialmente distinto a partire dalla solita critica borghese, indirizzata alla famiglia di lui, ricchi imprenditori dai modi garbati per i quali l'apparenza è tutto, lo si vede dalla rigidità dei genitori, dal distacco emotivo della coppia, dal dare una soluzione a tutto tramite i soldi, ingaggiando addirittura qualcuno che stia vicino alla moglie perché il marito è troppo impegnato con gli affari, una condizione che enfatizza ancor di più il problema pregresso della protagonista, che fondamentalmente vive nella classica prigione dorata, in cui ha tutto quello che si può desiderare, qualsiasi lusso, ma è totalmente sola, diventa emblematica l'imbarazzante scena del collega che ha il coraggio di chiedere un abbraccio alla protagonista, perché si sente solo, facendola sciogliere, essendo anche il primo che glielo ha chiesto da parecchio tempo a questa parte, scena esplicativa, quanto didascalica.
Poi c'è tutta la componente familiare, anche abbastanza stereotipata, dalla madre distaccata che non prova un minimo di empatia per la figlia appena fuggita di casa, fino al terribile segreto che la protagonista si porta dietro e probabilmente è la cassetta scatenante del suo problema, andando anche verso un percorso di autodistruzione, ma di per sé anche questa scelta, il passato che torna a far sentire i suoi postumi fino a quel momento rimasti latenti, non è nulla di particolarmente originale, si aggiunge a tutto questo una regia poco incisiva, che non riesce a regalare mezza sequenza degna di nota, affidando il tutto ai dialoghi anche quando non ce ne sarebbe bisogno, se devo trovare un punto a favore è la buona interpretazione della protagonista e la fotografia che con le sue luci al neon un po' coloratine regala qualche quadretto interessante, ma non basta.