"Cadaveri eccellenti" è uno dei film di Rosi che mi ha entusiasmato di meno, lungi dall'essere un brutto film, anzi, tuttavia lo considero come quel film che evidenzia un periodo in cui fondamentalmente l'autore, proveniente da quasi due decenni di altissimo livello, non riesce più a rinnovarsi, riproponendo la sua tipica storia di denuncia sociale, oscurantismo e torbidi interessi nei meandri di istituzioni sempre più sfuggevoli, come il colpevole di questo caso.
Tramite la tipica struttura del giallo, con l'omicidio di questi tre uomini di legge, tutti strettamente collegati, il registra ci propone un viaggio alla ricerca della responsabilità dello stesso, che si fa sempre più confuso, è un po' il tipico gioco dell'istituzione invisibile, che manovra tutto da dietro le quinte, lasciando il detective o chiunque voglia far luce sulla vicenda, spesso disorientato, con un gioco di rimpalli, insabbiamenti, sparizioni e situazioni vaghe che lasciano grandi dubbi sulla vicenda, che ovviamente prende ben presto toni politici, la strumentalizzazione e la propaganda diventano i motori degli eventi, non facendosi sfuggire la ghiotta occasione, facendo diventare impossibile far luce sulla vicenda, tematiche analoghe a quelle già trattate in film come "Salvatore Giuliano" o "Il caso Mattei" ed in maniera minore anche in "Le mani sulla città", con qualche sequenza ben riuscita, dall'amaro finale che è la perfetta chiusura del cerchio, all'iniziale scena nelle catacombe con le mummie, potente sia visivamente che a livello simbolico, Rosi realizza l'ennesimo interessante film d'inchiesta, con uno stile più romanzato rispetto al suo solito ma efficace nel trasmettere quella sensazione di torbida oppressione, tra la paranoia, con la costante sensazione di aver a che fare con qualcosa di troppo grande per cercare di far luce sui fatti e lo smarrimento.
Buono ma aggiunge poco alla già ottima filmografia dell'autore, diciamo che è uno dei suoi film col pilota automatico, ma è un pilota automatico di qualità.