Per quanto mi riguarda è un film da sufficienza stentata, la media di una prima parte che ho apprezzato parecchio ed una seconda in cui si va a perdere in uno stile fin troppo retorico e che cerca l'effetto lacrimuccia, l'incipit non è niente male, con una veloce presentazione di questo professore universitario interpretato da Richard Jenkins, taciturno e discreto, solitario, anche a causa della morte della moglie e di un figlio che ormai vive in un altro continente e totalmente dedito al suo lavoro, arrivato a New York per una conferenza troverà nel suo appartamento una coppia che vi alloggia, lui di origine siriana, lei di origine senegalese, dopo un iniziale momento di tensione fuoriesce tutta la bontà del professore che decide di dargli un appoggio fin quando non avranno trovato una sistemazione definitiva, tutta questa prima parte che approfondisce l'amicizia tra il professore e la coppia, specialmente con lui, uomo appassionato di musica ed anche un certo talento che farà scoprire al professore un mondo nuovo sul fronte dell'afrobeat, portandolo anche a suonare in determinati eventi, in questa fase il film si dedica a mostrare come una cultura molto distante dalla propria, una volta che diventa familiare, viene enormemente apprezzata, così come il rapporto tra i due sembra farsi quasi fraterno.
La seconda parte con l'arresto di Tarek, la scoperta che non è un immigrato regolare e le successive vicissitudini al campo di detenzione si spostano tra il dramma personale dei vari personaggi, quello della madre che non ha notizie per giorni del figlio e non può andare a trovarlo perché anche lei regolare, quello della fidanzata rimasta sola in una metropoli fredda ed enorme, quello dello stesso Tarek che vive in pessime condizioni nel centro e non ha certezza del suo futuro, ma anche in una forte critica alle istituzioni, alla rigida burocrazia, che specialmente dopo l'11 settembre è andata a peggiorare, alla poca empatia degli addetti ai lavori che un po' per professionalità, un po' per freddezza non vanno minimamente incontro alle richieste, ma questa parte si porta il difetto di essere troppo carica sotto il punto di vista dei sentimenti, uno struggersi continuo che preferisce puntare alla pancia dello spettatore che analizzare la questione nel dettaglio o mettere in evidenza i paradossi, è una continua disperazione della madre e compassione del professore che cercherà di aiutarli in tutti i modi anche rimandando gli impegni lavorativi, ora che questa famiglia è diventata il suo affetto più vicino.
Peccato per il vistoso calo nella seconda parte, perché era partito bene.