Particolare operazione di Franju che prende un soggetto risalente all'era del muto e ne propone una versione tutta sua, un omaggio con le dovute variazioni, le avventure di Judex, una giustiziere che lotta contro la criminalità di cui esiste una trasposizione del 1916.
Film in bilico tra i generi, è una sorta di thriller dall'affascinante ambientazione di inizio novecento nella Francia altoborghese, la tarda belle epoque per intenderci, con atmosfere cupe tra il noir ed il gotico ed una forte contaminazione di elementi surreali, Franju propone una splendida componente visiva che può ricordare qualche opera espressionista, ed allo stesso tempo mette in evidenza alcune chicche di uso quotidiano del periodo muto, come possono essere le saltuarie didascalie che presenta e l'uso del cerchio nero che va ad aprirsi e chiudersi quando iniziano o finiscono le sequenze, allo stesso tempo regala anche belle inquadrature, è molto comune l'uso di specchi, spesso con la funzione di dare un punto di vista privilegiato allo spettatore che vedrà il pericolo ben prima dei personaggi, aumentando esponenzialmente la tensione e una componente vagamente onirica affascinante, di cui fa parte quella scena di questo film che è impossibile non citare, e probabilmente la più famosa, ovvero la festa in maschera alla villa del banchiere con tutti gli invitati vestiti da pennuti, un momento particolarmente straniante che introduce un sentore grottesco alla vicenda, che comunque nelle successive battute si sviluppa con uno stile in bilico tra il classico noir di stampo cinematografico ed una componente lievemente fumettistica, tra rapimenti, intrecci ed investigazioni, creando comunque una buona atmosfera, particolarmente evocativa.
Discreto prodotto di intrattenimento a cavallo tra diversi generi, non è particolarmente eccezionale narrativamente ma fa un figurone a livello visivo, un piccolo omaggio del regista col suo tocco suggestivo.