Thorondir 8 / 10 09/08/2025 17:03:30 » Rispondi Che Ozu sia uno dei maestri di Kore'eda lo si sa per stessa ammissione del regista. Qui però siamo a quello che lo omaggia più apertamente: il tema della famiglia, del tempo che passa, la distanza genitori/figli, il peso delle cose non dette e di quelle non fatte, l'ossessione per il lavoro sono rimandi fortissimi al capolavoro "Viaggio a Tokyo". Ma la grandezza di Kore'eda sta nella straordinaria capacità di prendere temi cardine del cinema classico giapponese e portarli sul grande schermo in un crescendo emotivo che non ha mai bisogno né di costruzioni melodrammatiche occidentali (non oso pensare lo stesso soggetto come sarebbe venuto fuori nelle mani di un regista hollywoodiano) né di calcare il dramma con scelte di "accompagnamento" lacrimevole (vedi musiche). È una costruzione lenta, un accumularsi doloroso di micro-tensioni nei rapporti inter-famigliari e inter-personali che apparentemente non parla di nulla e che invece dice tutto, ma proprio tutto, di noi esseri umani.