Niko.g 5 / 10 20/08/2025 15:00:29 » Rispondi Come giustamente ha notato e scritto qualcuno prima di me, questa è la STORIA DI UN DIVORZIO, non di un matrimonio. Allora perché "Marriage story"? La domanda non è irrilevante, perché nella sua disonestà, il titolo svela l'impostazione ideologica del film. Come se del matrimonio non ci sia più nulla di interessante da raccontare se non la sua fine. Matrimonio come tomba dell'amore, indagato esclusivamente nell'ottica delle dinamiche di potere all'interno della coppia. Ciò che interessa al regista è fotografare le asimmetrie all'interno della coppia, attraverso la prospettiva di Nicole (Scarlett Johansson) alla quale preme, ancor prima della serenità del figlio, la propria emancipazione e realizzazione lavorativa. Per questo si affida a un avvocato avvoltoio e dà avvio a un'escalation letale. A quel punto, il marito (Charlie) è costretto a reagire. Che il film sia polarizzato lo si capisce anche dai personaggi di contorno. Nessuno è portavoce di un tentativo di riconciliazione, a nessuno sta a cuore il superamento della crisi dei due coniugi. Chi ci prova (il terapista familiare all'inizio del film e l'avvocato Bert Spitz), viene "fatto fuori". I tentativi di riconciliazione sono bannati. Nessuno scende a compromessi, né il competitivo Charlie, né tantomeno Nicole. D'altra parte, una donna che rinuncia a qualcosa per un bene superiore non è ammissibile e farebbe schizzare il sangue agli occhi a qualunque femminista assatanata che si rispetti. Detto, fatto! Di lì a poco l'avvocato Nora Fanshaw (Laura Dern) entra a gamba tesa sulla Vergine Maria. Delirio dopo delirio (c'è anche spazio per un ditalino, forse per ravvivare lo sviluppo del divorzio che nel frattempo si stava ammosciando) e litigio dopo litigio, si arriva all'agognata conclusione: adesso sembrano tutti più sereni, l'amore finalmente è stato sconfitto in tribunale e il teatro della crudeltà può chiudere il sipario (ma se ti allaccio le scarpe sembro meno crudele).
Inserito nell'ambito di un corso di recitazione, il film avrebbe anche un suo perché, data l'elevata qualità delle prove attoriali… ma dal punto di vista del semplice spettatore, vista la ferrea programmaticità della narrazione, potrebbe avere scarso interesse osservare i piagnistei e le noie legali di una coppia, i cui protagonisti hanno smesso di amarsi prima che il film abbia inizio, rinunciando a parlarsi con il cuore in mano e desiderosi di risolvere i loro problemi personali, salvando la famiglia che loro stessi avevano costruito. Se Nicole e Charlie avessero salvato il loro matrimonio, sarebbe stato banale, dirà qualcuno. Ma siamo sicuri? Al giorno d'oggi non è più banale la storia di un divorzio per le ottuse ambizioni professionali dei coniugi?