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IL GRANDE SILENZIO (1968) regia di Sergio Corbucci

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stratoZ     8½ / 10  24/08/2025 23:16:59Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Meraviglioso western di Corbucci, agli apici della corrente italiana, "Il grande silenzio" è un film con una sceneggiatura che reputo perfetta, che tramite il racconto di un evento tratto da una storia vera fornisce svariate riflessioni, ambientato nell'innevato Utah di fine ottocento, in un momento di particolare cambiamento per quello che era il vecchio e selvaggio west, e da qui, soprattutto nel finale, vengono inseriti elementi crepuscolari, narra una storia di vendetta, con l'incipit che mostra la nomina di questo nuovo sceriffo, fin da subito descritto con un certo macchiettismo, e particolarmente pavido nei confronti dei grandi e temuti cacciatori di taglie della zona, da qui si viene a formare un triangolo di personaggi estremamente interessanti.

Il personaggio emblematico per eccellenza è quello di Tigrero, interpretato dal grande Klaus Kinski, un cacciatore di taglie viscido e spietato, che tuttavia è furbissimo nel suo riuscire a compiere le sue malefatte sempre in linea con la legge, uccidendo uomini in combutta col giudice di pace che pone le taglie pur di ottenere denaro e favori, portando ad una riflessione su quanto spesso la legge e l'etica non coincidano, ma anche mostrando come un elemento come la legge è sempre imperfetto perché gestito da uomini che possono approfittarne, non potendo dare un vero giudizio oggettivo ma basandosi sulle impressioni umane del momento e gli interessi in ballo, in questo senso il giudice di pace è un personaggio anche peggiore di Tigrero, una sorta di codardo che si fa forte della sua posizione ed in combutta con quest'ultimo fa uccidere il marito di questa giovane ed attraente donna di colore per fare in modo che lei si conceda a lui.

Lo sceriffo, nel suo essere meno un duro degli altri, rappresenta la legge ragionata, quella istituzionale, dal suo punto di vista i cacciatori di taglie ormai sono visti come quasi dei fuorilegge appartenenti ad un mondo passato, allo stesso tempo diversi dialoghi enunciano una certa critica anche alla legge istituzionale ed ai suoi processi, spesso sommari, che hanno lo stesso esito, ovvero la morte, dei metodi violenti dei cacciatori di taglie, considerando tutta la prassi come l'inutile prolungamento di un'agonia per l'imputato.

E poi c'è il personaggio di Silenzio, quello che da il nome al film, killer taciturno per via del fatto che gli sono state recise le corde vocali da piccolo, che ha questo soprannome anche perché si dice dopo che passa lui rimane soltanto silenzio, dato che sono tutti morti, considerato l'incubo dei cacciatori di taglie, che viene ingaggiato dalla donna a cui Tigrero ha ucciso il marito per vendetta, con diversi conti in sospeso, che intraprende una relazione con la donna e dona un elemento melodrammatico al film, rendendolo particolarmente struggente, specie nelle battute finali.

Corbucci impone una regia molto bella, togliendo un po' l'umorismo e la leggerezza tipica degli spaghetti western ed innescando una componente epica e solenne più vicina allo stile crepuscolare, non mancano le tipiche inquadrature del genere, da qualche piano italiano, con le riprese ravvicinate degli occhi del soggetto, all'uso della panoramica a schiaffo a qualche saltuario power zoom, ma il regista mantiene una regia composta, abile nel dilatare i tempi ed incrementare particolarmente la tensione, aiutato anche da una bellissima colonna sonora di Morricone, magari meno memorabile di quelle composte per Leone, ma particolarmente tesa, con i suoi suoni acuti più vicina al thriller che al western.

Per il resto, una serie di sequenze una più bella dell'altra, il finale lo trovo una chicca meravigliosa, tragico e fatalistico, ma che diventa preludio di una svolta in positivo, con una componente lirica particolarmente accentuata - i dettagli in slow motion su Silenzio poco prima della fine -, così come è eccezionale l'uccisione dello sceriffo nel bel mezzo del lago ghiacciato, e ovviamente quella splendida rissa al bar tra Tigrero e Silenzio raggiunta dopo un culmine di tensione eccezionale.

Stupendo.