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Ottimo dramma di Edwards, che mostra la duttilità dell'autore, capace di passare efficacemente dalla commedia a film di impronta ben più pessimista, come questo, lo stesso discorso lo farei con Lemmon, proveniente da un filotto comico leggendario assieme a Wilder - che tra l'altro, grande coincidenza, ha realizzato uno dei film da cui questo ha probabilmente preso più ispirazione, ovvero quel capolavoro di "Lost Weekend" -, qui capace di adattarsi meravigliosamente ad un ruolo drammatico, ma d'altronde parliamo di uno tra i migliori attori del suo tempo, e forse anche di più.
"Days of wine and roses" inizia come un film sentimentale, con la nascita della relazione tra Jack e Kirsten, che lavorano nella stessa azienda, lui uomo di successo che lavora come responsabile marketing, dopo un'iniziale serata in cui non iniziano col piede giusto il loro rapporto andrà a consolidarsi, ma l'elemento sempre al centro di esso è l'alcool, infausto protagonista della vita di entrambi, a questo proposito ho trovato la sceneggiatura straordinaria nel suo incedere subdolamente verso la dipendenza, mostrando come i protagonisti non riescano a realizzare in tempo la loro condizione, assottigliando tantissimo il già sottile confine tra qualche bevuta saltuaria e l'alcolismo, l'opera e la visione del regista infatti riescono a dare una panoramica super partes, non condannando a prescindere il consumo di alcolici, come esplicitato più volte negli acuti dialoghi, non biasimando i protagonisti, ma trattando l'alcolismo per quello che è, una malattia, creando quel tipico gioco di alti e bassi, cadute e riprese, che riguardano la coppia e la loro vita, e la costante tentazione, mostrando ancora di più la natura meschina della malattia nelle facili ricadute, proprio nei momenti in cui sembra andare tutto bene, è lì che viene sottovalutata e che fa il danno peggiore, la famosa sequenza della ricaduta di entrambi, con Jack che finisce nella serra nel quale aveva nascosto una bottiglia finendo per distruggere tutti i fuori, frutto di duro lavoro nel corso dei mesi, è un colpo al cuore per la sua forza espressiva e per la componente drammatica sprigionata.
La parte finale del film accentua la componente psicologica della vicenda, dopo i mesi passati in riabilitazione Jack riesce a prendere la definitiva consapevolezza della sua condizione, il primo passo verso una difficoltosa guarigione, andando a prendere parte anche alle riunioni degli alcolisti anonimi, cosa che invece Kirsten non riesce a fare, nascondendosi dietro un dito e autoconvincendosi che il problema non ci sia, quando invece è più presente che mai e le rovina quotidianamente la vita.
Film di stampo teatrale, valorizzato tantissimo dalle grandi interpretazioni della coppia protagonista, un dramma dolente e sentito, due vite che vengono portate verso la progressiva distruzione, coinvolgendo anche l'innocente figlia nelle pericolose trappole della malattia - l'incendio causato da Kirsten ubriaca -, altro importante tassello di quello che probabilmente è il decennio di maggiore ispirazione per Edwards.