Operazione interessante e soprattutto, ai tempi parecchio seminale "Dead of night" è un buon horror britannico, che ha il merito di essere uno dei primi e più famosi film horror ad episodi, anche se questi non fanno parte di una struttura rigidissima, ma diventano dei flashback dei racconti dei personaggi coinvolti, si può tranquillamente ammettere che si tratti di una pellicola con una notevole influenza sulle opere future.
Poi non lo trovo un film perfetto, anzi, devo ammettere che per una buona prima metà mostra gli anni che sono passati, presentando degli episodi che per quanto affascinanti sotto il punto di vista visivo, presentano una suspense risibile, appena accennata, riuscendo solo saltuariamente ad inquietare lo spettatore tramite qualche trovata narrativa, come può essere il bambino alla festa, con cui si è ritrovata a parlare una delle donne che racconta la sua storia, scoperto essere poi stato assassinato anni prima, o la discesa del marito nella follia per via dello specchio regalato alla moglie, non riuscendo però a mantenere la tensione ed il pathos costantemente ad alti livelli, discorso ben diverso per l'ultima parte del film, per intenderci, tutta la parte del ventriloquo, che risulta parecchio inquietante e disturba più volte lo spettatore, ma anche nelle sequenze successive, con la discesa del protagonista in una serie di allucinazioni che ho trovato molto belle, fino ad un finale ironico ed inquietante che ho gradito particolarmente.
All'interno del film si ripetono alcuni cliché che prolifereranno nei decenni successivi, mi viene in mente la figura del dottore ed il suo continuo voler smentire queste storie che fanno del sovrannaturale il loro cavallo di battaglia, creando quella sorta di contrasto tra la pragmaticità del personaggio ed il male che prende il sopravvento senza dare troppe spiegazioni.
Molto curato e livello visivo, con uno splendido bianco e nero, parecchio contrastato, che regala diversi quadri particolarmente suggestivi, non disdegnando neanche qualche chiaroscuro e presentando la tipica ironia britannica, qui più sottile e meno percepibile del solito.
Non male, un po' invecchiato, ma ancora di valore.