Il secondo lavoro dei fratelli Philippou lascia ben sperare, e l'ho trovato leggermente superiore al già discreto esordio, "Bring her back" è un horror malsano, morboso, inquietante e sdegnante, che tramite un pretesto tragico, quello di una madre disperata per aver perso la sua unica figlia, ci porta in un ambiente teso come una corda di violino, con una componente necrofila parecchio accentuata, mischiando efficacemente lo psicodramma ad una componente sovrannaturale che sfocia nell'horror demoniaco, ma il film fa un ottimo lavoro nella caratterizzazione dei personaggi, con i due ragazzini, rimasti orfani di un padre che ha causato parecchi traumi al più grande, tutti nascosti alla sorellastra non vedente, la madre adottiva, donna ai tempi encomiabile, come specificato dalla responsabile per le adozioni, caduta nel baratro a causa della morte della figlia, una Sally Hawkins spaziale nella sua interpretazione disperata, col suo personaggio manipolatore che catalizza una cattiveria non sua, ma dettata dal dramma che sta vivendo, che la porta ai limiti della pazzia.
Ed i registi sono bravi nel creare quella tensione costante che cresce man mano si presentano sempre più ambiguità nel corso della nuova convivenza, creando una certa morbosità nei confronti della morte, tra il cane impagliato, le costrizioni della madre adottiva nel salutare col bacio la salma del padre, una serie di elementi che riporta questa estrema difficoltà nella separazione col defunto, un'elaborazione del lutto che sembra non essersi mai compiuta, che fa respirare questa atmosfera macabra degna dei migliori horror gotici, ma contestualizzata all'era moderna, ecco probabilmente l'atmosfera è l'elemento che mi ha colpito di più, è un film che ti porta quasi a sentire la puzza di morte, che ti fa schifare per qualche pratica troppo al limite, che incorpora benissimo il gore senza esagerare, con lo spirito del demone, ora intrappolato nel corpo di questo bambino, che è talmente affamato da autofagocitarsi.
Le sequenze finali sono l'esplosione di questa componente malsana, tra suspense ed elementi macabri, tenendo lo spettatore per la gola, con quei momenti in cui la povera sorella cieca sembra rimasta senza alcun appiglio per evitare il peggio.
Buonissimo horror, che, come rimarcato da altri, si tiene lontano da didascalismi inutili e lascia allo spettatore lo spazio per alimentare le sue suggestioni, accrescendone il fascino, ottimo lavoro.