williamdollace 8½ / 10 27/09/2025 20:54:17 » Rispondi Circumnaviga il cinema Paul Thomas Anderson per poi tornare a Casa, là dove era partito, dopo le rivoluzioni sulla e per la libertà. Un magnifico affresco martellante, senza respiro e sosta, sull'anelito alla libertà dalla schiavitù del potere, del DNA e della biologia, della stessa propria natura. Amaro, estenuante e nello stesso tempo epico, con una parte finale che ti riconcilia con il grande schermo, sul quel su e giù di strade che mima il ritmo dello stesso film per poi schivarsi e ritrovarsi. A un certo punto un abbraccio disperato fra Willa e il padre ci rimanda subito a Magnolia, dove anche lì, si circumnavigava il mondo dello spettacolo e dei sogni mancati per tornare al capezzale della famiglia. Un cinema nostalgico, che resiste anche in vestaglia, rivoluzionario come quello che vuol raccontare, incastonato in un presente senza riferimenti ma in cui convivono suprematisti di massonerie bianche, storture migratorie, razzismo, presa per il c.ulo della fede, annebbiata dalla cannabis. E dove comunque pur perdendo vincono loro, i reietti, i perdenti, i lebowski della storia, lanciati a tutta birra su una casseruola scassata verso l'utopia in cui si può ancora tentare di passare alla storia non senza aver dato il proprio contributo, non senza aver manifestato il proprio dissenso. Tempo che si fa proiettile, traiettoria, inseguimento in auto, con echi di Quentin e Steven, e con quelle riprese raso asfalto che sembrano emulare l'up & down del presente. Paul Thomas Anderson non desiste, e resiste.