Men che mediocre thriller fantascientifico made in Netflix, un soggetto molto nelle corde di Niccol che tuttavia dopo un incipit quantomeno interessante si va a perdere in una sorta di dramma velleitario e un po' confuso, il contesto poteva avere un certo potenziale, quello di un futuro distopico dove ogni persona è tracciata ed ha le memorie registrate, mezzo che usano le forze dell'ordine per scoprire crimini, mostrando una certa paranoia di fondo per il controllo digitale, ma probabilmente la critica sociopolitica finisce qui, dopo di che il film si dedica all'investigazione di questa serie di omicidi da parte di un killer che riesce ad hackerare le memorie delle vittime e sembra irrintracciabile, col protagonista che nutre diversi sospetti nei confronti di una donna casualmente incontrata per strada che non era possibile riconoscere nonostante i software avanzati.
Nella parte centrale il protagonista riesce a venire in contatto con la donna, tramite un diversivo che farà da esca, ma il film presto si impantana nel solito scontato rapporto sentimentale tra i due, fatto di passione e rivalità, con la sceneggiatura che diventa vagamente labirintica, tirando in ballo cambi di identità, colpi di scena telefonati, stereotipi a go-go - il detective che viene sollevato dal caso, indovinate che farà? - e una serie di scene solenni messe lì per causare qualche lacrimuccia facile, con la storia del figlio venuto a mancare e le varie visioni del protagonista, dai, na roba abbastanza patetica.
Non mi ha soddisfatto granché nemmeno visivamente, con una fotografia che vorrebbe essere cupa ma praticamente è più patinata dei videoclip di inizio anni 2000', una CGI estremamente invadente che rende il tutto estremamente finto, una regia mediocre che non fa altro che rendere il tutto più confusionario, due interpreti totalmente anonimi.