Un buon esordio per Ermanno Olmi, film che è palese è stato girato con due lire, ambientato in questa baita di montagna dove i tre personaggi, in realtà due perché il primo compare dieci minuti all'inizio, vengono mandati come custodi di questa diga idroelettrica.
Olmi realizza un film contemplativo, nel quale introduce svariati elementi che fuoriescono dalla quotidianità, il punto di svolta del film è quando uno dei due attempati guardiani torna a valle per assistere la moglie che ha appena partorito e viene mandato su un giovane inesperto che vuole sfruttare la quiete del posto per studiare in vista degli esami, il quale dovrà convivere con l'altro guardiano, fin dalle prime battute si nota una certa differenza di personalità, di attitudine, spostando l'attenzione sul conflitto generazionale, Olmi, come spesso in futuro, tratta dello scorrere del tempo e dell'evoluzione della società in quel contesto che era il secondo dopoguerra italiano, qui già dai piccoli dettagli si nota la grossa differenza tra i due, il guardiano più vecchio parla poco ed in dialetto stretto - difficilmente comprensibile per chi non è del posto -, il giovane parla tanto ed in italiano, il vecchio ha una tempra maggiore ed è abituato alle stremanti condizioni del posto, più avvezzo ad arrangiarsi senza i tipici confort della vita di città, il giovane troverà una crescente difficoltà col peggioramento del rigido freddo, ma nel suo contrasto, la sceneggiatura riesce a trasmettere una forte empatia, accrescendo costantemente la comprensione tra i due, dopo le prime giornate di adattamento, nelle quali vi è anche una certa incomunicabilità, sembra nascere una complicità reciproca, dettata anche da un'istinto, come paterno del vecchio che si prenderà cura del giovane in difficoltà, mostrando anche tramite minimali dialoghi l'attitudine tradizionalista e legata ad un passato che piano piano sta scomparendo e forse rimane solo in questi luoghi isolati dal mondo.
Dallo stile estremamente minimale, caratterizzato da un'ambientazione spoglia, il film è un viaggio in un micromondo apparentemente desueto, ma che si porta con sé una forte nostalgia, fatta di arredamenti rudimentali, un silenzio contemplativo ed una vita lenta, che si oppone all'inesorabile avanzare della modernità.