Uno dei capolavori di Keaton, un'opera che prosegue il discorso metacinematografico già splendidamente trattato in "Sherlock Jr." tra comicità ed alienazione, una commedia slapstick con un imponente dramma di fondo, come già Keaton ci aveva abituato, qui nel ruolo di questo giovane cineoperatore con qualche difficoltà di adattamento, una serie di avventure spassose e piene di peripezie per riuscire nel fatidico lavoro di portare a casa quella ripresa, sfruttando questo tramite per una riflessione ben più ampia sulla modernità, il ruolo del cineoperatore qui viene contestualizzato in un mondo in cui il girato, la notizia, devono arrivare prima di tutti, tratteggiato da un'estrema competitività, col protagonista mosso dalla voglia di impressionare Sally, la donna di cui si è infatuato, che tenterà a tutti i costi di migliorare il suo status diventando il cameraman per la grande azienda per cui lavora, con risultati abbastanza magri che causeranno lo scherno di un ambiente rappresentato come poco empatico e particolarmente colmo di nonnismo, il tutto enfatizzato dalla straordinaria mimica di Keaton, col suo sguardo perennemente disilluso, quasi apatico, in un mondo che lo respinge continuamente e si approfitta di lui, ma all'interno dell'opera c'è una componente superiore, quella del caso, che si manifesta come una scimmietta, che aiuterà il protagonista, con anche una certa autoironia di fondo nei confronti del cinema stesso.
E Keaton ci regala una sequenza più bella dell'altra, dai momenti stessi all'interno della sede dell'azienda in cui con la camera ed il cavalletto più alto di lui da botte a destra e a manca, o la bella scena dello stadio vuoto in cui sbaglia totalmente giorno per andare a fare le riprese della partita degli Yankees e si mette a simulare lui la partita di baseball da solo, adorabile, o anche la scena del camerino, piccolo capolavoro slapstick in cui Buster e quest'omone si devono cambiare in uno spazio in cui palesemente non ci entrano, combinandone una dietro l'altra, tra colpi accidentali, vestiti impossibili da levare per via del poco spazio, ganci che funzionano male e fanno cadere tutto a terra, molto esilarante, arrivando alle sequenze finali, dalla parata a Chinatown con la conseguente sparatoria, in cui Buster si deve librare tra un proiettile e l'altro e il grandissimo finale, con la scena del motoscafo, altra perla della sua filmografia, con Buster impegnato nel gesto eroico di salvare Sally e la scimmietta che filma tutto nel frattempo, con successiva infamata del collega codardo che fa credere a Sally di averla filmata lui, ma per fortuna, c'è la scimmietta, e c'è la pellicola.
Film straordinario, l'ultimo così grande di Keaton prima che il sonoro segnasse la sua fine.