Buon film di Olmi, in continuità con le opere precedenti, almeno stilisticamente, racconta la storia di questo rapporto a distanza tra due fidanzati originari di Milano nel periodo in cui lui viene mandato in trasferta in Sicilia per lavoro, è un film dai tratti minimali, lento nonostante una breve durata, essenziale nella messa in scena e con pochi dialoghi, che si concentra principalmente in due macrosignificati, da un lato vi è quello del viaggio di trasferta, una sorta di illusione per il protagonista che pensa di fare un salto di carriera una volta mandato in Sicilia come operaio specializzato, una mansione superiore alla sua precedente, da questo punto di vista le sue aspettative verranno gradualmente deluse da una realtà ben più sottotono, allo stesso tempo vi è l'incremento della sua nostalgia di casa e dell'incomunicabilità, particolarmente marcata, in un posto in cui non si trova a suo agio, raramente la Sicilia è stata trasposta in maniera così algida, all'opposto dell'immaginario collettivo in cui è mostrata come solare ed accogliente, il bianco e nero e le case malandate del posto creano un forte straniamento, i silenzi sono lo specchio dei rapporti con la gente del posto, rapporti mai nati, che siano colleghi o persone esterne al lavoro, si viene a creare una sorta di disagio nel protagonista che filtra il posto come un luogo a lui poco consono, arrivando a concepire tutta la trasferta come una sorta di sacrificio inutile appena le sue ambizioni vengono spente dalla blanda realtà.
L'altro grande argomento che viene trattato è quello del rapporto di coppia, i due fidanzati vengono mostrati in un momento non particolarmente florido per la loro relazione, una sorta di punto di stallo dove sembra che l'entusiasmo iniziale sia stato sostituito da una stantia quotidianità, paradossalmente la trasferta farà emergere dei sentimenti che sembravano inizialmente seppelliti, la mancanza dell'altro, probabilmente fino a prima dato per scontato, sembra riportare nei due un desiderio che non era stato alimentato a dovere, le belle lettere che si scambiano sono come delle carezze per il protagonista, un momento in cui si rifugia dalla straniante realtà del posto, con la speranza di tornare presto dall'amata.
Diverse le belle sequenze che il film riserva, dall'inizio, con la scena del ballo, ideale proseguimento di quella famosa sequenza ne "Il posto", film precedente del regista, in cui questi balli apatici mostrano facilmente tutto il disagio dietro i personaggi, fino alla splendida sequenza finale, in cui la concezione sembra ribaltarsi e vi è un grosso sgorgo di felicità in un film che per buona parte della durata regala ben pochi momenti positivi.