caratteri piccoli caratteri medi caratteri grandi Chiudi finestra

CENTOCHIODI regia di Ermanno Olmi

Nascondi tutte le risposte
Visualizza tutte le risposte
stratoZ     4 / 10  15/10/2025 14:39:15 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Un po' a malincuore devo ammettere che è uno dei film di Olmi che meno mi è piaciuto, l'ho trovato un film fazioso e pressapochista, estremamente radicale ma contro ogni logica, la storia narra di questo giovane professore dell'Università di Bologna che un giorno decide di uscire dal suo personaggio e compie questo atto di ribellione deturpando l'enorme collezione dei libri clericali custodita lì all'università, piantando un chiodo in ognuno, fino a poi darsi alla fuga mentre è coinvolto nell'indagine ed andare a vivere in questa comunità rurale in riva al Po', un posto incontaminato dove tutti vivono bene, nessuno va di corsa, passano le giornate a bere al bar e godersi la vita, il film vuole ricalcare una sorta di elogio a questo stile di vita, andando a criticare i dogmi, che siano quelli clericali, che siano quelli intellettuali, un concetto di per sé giusto, ma che viene messo in scena con una superficialità disarmante, mostrando un punto di vista fazioso che non argomenta per mezzo secondo, rende i personaggi delle macchiette, come accade col custode della biblioteca che si dispera per la rovina della sua amata collezione, abbellendo il film con qualche frasetta retorica strategica qua e la, "tutti i libri del mondo non valgono un caffè con un amico", potrei condividere, ma questo film fa passare come incompatibili le due cose, della serie, o sei uno fissato con la cultura o sei uno gioviale che si gode la vita e non deve aprire un libro, come se le due cose non possano essere complementari, un'atteggiamento divisivo che mi ha irritato parecchio.

Poi c'è una messa in scena parecchio modesta, o meglio, ancora ancora visivamente c'è qualcosa di carino, le belle scenografie rurali in riva al Po', luoghi amati dal regista, una fotografia radiosa che restituisce un certo senso di pace lontana dalla caotica e straniante città, il problema principale però sono gli attori, con Daz Regan che è inascoltabile, in un ruolo che boh ho trovato anche imbarazzante, e se vogliamo pure ipocrita - rinuncia a tutto, ma il laptop se lo porta comunque, ok. - con la tipica storiella d'amore buttata lì ed una parte finale che forse forse è un po' meglio rispetto a tutto il resto, con la vicenda della gente che viene costretta a sloggiare che diventa una sorta di metafora dell'invadente modernità che arriva fino ai luoghi rurali più reconditi, altro cavallo di battaglia della filmografia di Olmi.

Bocciato, e dopo aver visto questo film ho trovato il tempo anche per prendere un caffè con un amico.