Lo ritengo un film minore di Welles, eppure è un bel film, certo sparisce rispetto agli altri suoi capolavori, ma insomma, è un noir validissimo, teso e cupo, con una messa in scena di assoluto valore, quello che manca rispetto a molte opere del regista è un certo coraggio, si vede molto che è un film di compromesso, che si accoda alle svariate tendenze del periodo, l'immediato dopoguerra dove i film antinazisti si sprecavano, ma anche lo stesso noir, qui più presente visivamente che narrativamente, che al tempo era al suo apice, e d'altronde Welles in questo caso prende tanto in prestito, illuminazione soprattutto, con queste silhouette, ombre, forti contrasti in un ottimo bianco e nero, visi col taglio di luce a metà, tante belle trovate che creano anche una bella atmosfera, in questa cittadina del Connecticut, nel quale si nasconde questo gerarca nazista, famoso per la sua discrezione, che ha bruciato ogni prova della sua vita passata e si sta per sposare con una facoltosa donna figlia di un importante giudice americano, tutto sembra filare liscio quando arriverà il giorno stesso del matrimonio un suo vecchio collaboratore, liberato appositamente dalla commissione, si palesa, costringendo Charles a farlo fuori per paura possa fargli saltare la copertura, da qui si instilla un bel gioco di sospetti che diventa anche una sfida tra due giganti della recitazione, come lo stesso Welles, nel ruolo del cinico nazista, con la faccia di bronzo, che bluffa costantemente - ma ci riserva anche qualche bel momento ironico, come quando si mette a scarabocchiare la svastica mentre parla al telefono - ed il mitico Edward G. Robinson, che non smetterò mai di ripeterlo, è uno degli attori migliori della Hollywood classica ed assoluta leggenda del genere, qui nel ruolo dell'investigatore, un duello subdolo in cui i due danno il meglio di loro, come nella splendida scena della cena in cui Welles per sviare i sospetti inscena quel monologo estremista contro i nazisti, ma anche le varie sequenze successive che aumentano costantemente la tensione, come i momenti riguardanti il cane che sta per scoprire il cadavere nel boschetto.
E poi c'è la componente del dilemma, come in ogni noir che si rispetti, qui in realtà non particolarmente arduo, con la moglie di Charles, innamorata di lui, a cui viene detta la terribile verità, dopo una serie di bugie che l'astuto protagonista ha provveduto a raccontarle, arrivando in una situazione di stallo in cui non sa se aiutare il marito o consegnarlo agli investigatori.
Nel complesso è un film a cui mancano i grandi guizzi registici di Welles, che si limita a fare un dignitosissimo compitino, certo ogni tanto c'è qualche sequenza particolarmente riuscita, come l'ottimo finale sulla torre dell'orologio, che diventa senza dubbio la scena più iconica del film, ma siamo lontani anni luce dalle sue opere migliori, in ogni caso, è un buon noir.