Discreto film di Olmi, di cui ho apprezzato molto le atmosfere sospese ed una messa in scena di ottima fattura, "La leggenda del santo bevitore" è un film sulla rinascita, un'opera catartica con uno schema narrativo abbastanza singolare, un protagonista apparentemente finito, che sembra entrato nel baratro più totale, che grazie ad un incontro abbastanza casuale con uno sconosciuto che gli dona 200 franchi, ma soprattutto, una missione da compiere, vivrà una vera e propria rinascita, la narrazione si concentra sulla missione del protagonista, quella di donare questi soldi a Santa Teresa, costantemente ostacolata da eventi esterni nei quali l'uomo si fa coinvolgere, riportando iperbolicamente al percorso della vita, in cui nulla è lineare, le varie esperienze vissute, i piccoli miracoli che avvengono quotidianamente al personaggio, diventano un'occasione di gratitudine, soprattutto una volta messo in scena il contesto.
Un aspetto che mi è piaciuto del film è il contrasto tra il vizio del protagonista, quello di bere ed essere costantemente ubriaco, ed il suo animo particolarmente buono, è un film che tende ad empatizzare con la condizione di difficoltà di quest'ultimo senza mai risultare pateticamente solenne, anzi, riservando anche diverse scenette gioviali, ma il punto forte è la bella ambientazione, una Parigi grigia, fosca e quasi surreale, una visione della città vicina a quella di alcuni quadri impressionisti, che fa da sfondo ad una serie di incontri e vicende che nell'insieme ricostruiscono parti di una vita, trascinando lo spettatore in un bel contrasto di sentimenti, tra malinconia e gioia, è un film che guarda alla vita con un punto di vista disilluso, ma per questo anche positivo, con l'elemento del flusso, che influenza costantemente il personaggio e le sue azioni, trascinandolo in numerose vicissitudini, venendo passivamente accettato, dando la bella sensazione di abbandonarsi costantemente ai piaceri tralasciando la missione primaria, per vivere ogni occasione a pieno.
Non di facilissima interpretazione, con qualche aspetto che rimane sul vago e qualche simbolismo ambiguo da decifrare, ma d'altronde, è anche giusto così, della stessa vita non possiamo mica capire tutto.