The Gaunt 8 / 10 30/10/2025 15:48:00 » Rispondi Nell'Ottocento il Canada "affrontò" la questione delle popolazioni indigene (indiani per capirci) con un metodo a dir poco controverso: separazione generazionale tramite l'allontanamento dei bambini dalle proprie famiglie per trasferirli in collegi in modo da ricevere un'educazione migliore. Già solo il fatto dell'allontanamento fa rizzare le antenne, ma in questo si andò anche oltre perché in un certo senso si trattava quasi di pulizia etnica, non in senso fisico letterale, ma dal punto di vista culturale perché questi bambini erano costretti a non parlare la loro lingua d'origine. Gli indiani erano a pieno titolo cittadini di una serie infinitamente inferiore al resto della popolazione. Ma il "bello" viene adesso, giacchè questi collegi, tra cui Il Saint Joseph's Mission oggetto del documentario, erano gestiti dalla chiesa cattolica (guarda caso…). E ciò che succedeva in questo collegio è qualcosa di veramente indicibile, specialmente nei confronti di bambini, perdipiù considerati di serie B, visto che erano indiani. I testimoni di queste atrocità vengono definiti nel documentario "sopravvissuti". In un primo momento mi sembrava esagerato, ma dopo aver sentito i racconti di cui sono stati testimoni oculari non faccio fatica ad assimilarli ai sopravvissuti dei campi di sterminio nazista. Con una differenza: in collegi come il Saint Joseph non c'erano ufficiali nazisti, ma preti e suore perpetrare per intere generazioni e traumatizzare dei bambini. Non basta certo le parole di perdono dell'omino in bianco, senza che ci siano fatti concreti ed azioni concrete allo scopo di far venire alla luce decenni di atrocità, al pari delle buche del cimitero "allargato" del collegio canadese. Un documentario che è un pugno nello stomaco durissimo ma necessario. Sinceramente tra avere un tumore al pancreas e frequentare un collegio del genere, sceglierei la prima opzione. Almeno so di che morte devo morire. La chiesa cattolica è peggio del cancro.