Buonissimo film d'animazione nipponico che prende spunto dall'opera omonima di Fritz Lang ma che riesce a brillare di luce propria, è un gran bel noir fantascientifico che mostra una società distopica sempre più divisa tra i ricchissimi, che vivono nello strato più alto della città e stanno inaugurando questa enorme torre ed i poveri, relegati agli strati sotterranei, il film si divide tra la struttura tipica del noir, con le investigazioni di questo detective venuto da lontano per risolvere un caso riguardante i terribili esperimenti di un dottore sugli umani e gli androidi e la pura critica sociale, nel corso della narrazione emergono tanti elementi, dalla figura del Duca Red, e del figlio, che fanno parte di questo partito di matrice fascista che provoca diverse insurrezioni nella città, con svariate riflessioni sul potere e la violenza, con anche l'omicidio del sindaco della città su commissione, le infiltrazioni nelle forze di sicurezza, la propaganda e l'atteggiamento manipolatorio e costantemente divisivo che porta una forte discriminazione nei confronti degli androidi, diventati capro espiatorio dei problemi della popolazione, che come al solito, si concentra in una guerra tra poveri messi gli uni contro gli altri - è splendido il confronto tra il Duca e Tima, nel quale lui è costantemente titubante nel dirle che è un androide dopo aver fatto propaganda contro gli androidi per tutto il film, un paradosso che denuda l'illogicità di tale propaganda - ma anche appunto del trio di protagonisti, l'investigatore, forse quello meno memorabile ma che è un ottimo tramite per lo sviluppo della storia, Kenichi, il nipote, che stringe un forte rapporto d'amicizia con Tima diventando la parte del film più emotivamente imponente e la stessa Tima, androide concepita per diventare un essere superiore e governare la città dall'alto della torre, secondo il piano del duca, il suo personaggio porta a svariate riflessioni, dalla stessa concezione di se stessa, che non sa di essere un androide e sviluppa dei sentimenti considerati umani, al piano finale, che diventa un tramite per esaltare la megalomania del Duca, che vuole diventare una sorta di dio e creare l'essere perfetto per il definitivo dominio sulla città.
Altro punto a favore del film è la messa in scena, dominata da queste ambientazioni distopiche prettamente cupe, con un'animazione tradizionale che rende meravigliosamente il degrado della città, specie quando si scende a fondo nei vari livelli, sempre più fatiscenti, con anche ottime trovate espressive come l'immensità delle strutture in superficie, quelle dei ricchi, che simboleggiano l'enorme distacco col resto della popolazione, molto bella anche la colonna sonora, che in diversi punti si rifà al noir ed al poliziesco e delle scene d'azione di ottima fattura.