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LA MASCHERA DELLA MORTE ROSSA regia di Roger Corman

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stratoZ     8 / 10  19/11/2025 14:25:54 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Gran bel gotico di Corman, a mio parere tra i suoi film più riusciti, è l'ennesima trasposizione di un racconto di Poe, che narra della storia di questo tiranno, chiamato Prospero, interpretato dal mitico Vincent Price, uomo crudele che domina su dei villaggi del sud Italia durante il medioevo, e con la minaccia incombente della morte rossa, una malattia che sta colpendo i villaggi vicini ed è in procinto di arrivare, in questo contesto, Prospero porta al suo castello Francesca, una giovane popolana, ed il suo amante e suo padre, uomini che si sono ribellati alla tirannia del principe, in questa prima parte viene messa in evidenza tutta la crudeltà del personaggio, devoto a satana, che si diverte ad umiliare le altre persone col suo potere, che siano semplici popolani, maltrattati e paragonati alle bestie, che gli stessi invitati del castello, come mostra la sequenza del primo ballo, nel quale li costringe tutti a strisciare per terra come vermi, senza che nessuno abbia il coraggio di ribellarsi, da qui si sviluppa una delle tematiche, che è la ribellione dei due personaggi catturati, in interessanti dialoghi, e qualche scontro con le armi, nei quali il più giovane, avvisato del pericolo di morte se non si sottomette al Prospero, sottolinea come sono loro stessi, che si sono piegati alle volontà del principe a non vivere più, qui il film riserva diverse sequenze interessanti, buona parte di queste all'interno delle mura del gotico castello del prospero, addobbato in maniera particolarmente barocca, con stanze di diverso colore, tra gli scontri con le guardie nelle prigioni sotterranee, alla bellissima scena dei pugnali, una sorta di roulette russa in cui uno solo è avvelenato ed il destino dei due prigionieri è affidato alla sorte.

Nella seconda parte, il film riprende efficacemente la tematica della morte rossa, sempre più incombente dei dintorni del castello, con diversi momenti di gran valore, dall'incubo di Juliana, un tipo di sequenza che Corman ci aveva già mostrato nei precedenti film, tra filtri blu e qualche distorsione visiva, ai bei momenti in cui i personaggi incontrano la morte rossa stessa, in una scenografia tetra, tra alberi secchi e nebbia che regalano un'atmosfera sospesa, ma sono le ultimissime sequenze che elevano di tanto il valore del film, quella del ballo finale, coreograficamente splendida e che mette una certa inquietudine, con la morte rossa che è riuscita ad entrare al castello ed infetta tutti i partecipanti del ballo della terribile malattia, condannando anche il Prospero, che si sentiva come intoccabile per via dei suoi accordi con satana, riportando a forse quello che è il significato principale dell'opera, l'incombenza della morte, indipendentemente dallo status o dalla ricchezza, fino alla scena di incontro con le altre morti, ognuna a simboleggiare le grandi piaghe del medioevo, nella quale si scambiano i dati delle vittime che hanno causato.

Gran bell'horror.