Seconda trasposizione shakespeariana di Welles al cinema e devo dire, siamo sugli ottimi livelli della prima, è un film con una lavorazione estremamente travagliata ed un montaggio frammentario che però non intacca la qualità dell'opera, riuscendo splendidamente a restituire quel pathos emotivo dell'opera di Shakespeare, "Othello" è un film che mette bene in vista il cattivo animo umano, la gelosia, la vendetta, il rancore, la meschinità, il personaggio di Iago, che odia Otello perché gli ha preferito Cassio come aiutante, farà un minuzioso e malefico lavoro di manipolazione, instillando il dubbio, e poi cercando di persuaderlo costantemente, riguardo il tradimento della moglie, la bella Desdemona, con Cassio, l'opera nella sua forte impronta drammatica sottolinea due interessanti aspetti della psicologia umana, da un lato a quanto può arrivare il risentimento di una persona, l'ego malato, che ferito pensa soltanto alla vendetta, un'ossessione che porta a compiere una maligna crudeltà, dall'altra parte vi è la debolezza di Otello, incapace di difendersi dalla manipolazione di Iago, un uomo di successo con un importante ruolo nella Repubblica di Venezia, che cade vittima di questo elaborato raggiro psicologico, ed allo stesso tempo, vengono mostrate le conseguenze di più disperate della gelosia, che conduce ad un incredibile declino psicologico, fino al dramma finale che tutti conosciamo.
Ovviamente, è impossibile non parlare della messa in scena di Welles, che come suo solito regala una sequenza più bella dell'altra, fin dall'apertura, con il funerale di Otello, la camera che dona meravigliosi campi larghi e le figure che si muovono come ombre mentre trasportano il feretro, con l'adagio di Albinoni che suona come una sentenza funebre, o ancora, le bellissime sequenze a Venezia, particolarmente pittorica, prima di partire per Cipro, le varie sequenze all'interno del castello, il continuo uso di primi piani alternati a campi lunghi che valorizzano l'ambientazione, la presenza scenica di Welles come sempre è fenomenale, con la sua voce calda, il suo corpo imponente, un gigante temuto che però viene manipolato da un ometto ben più piccolo di lui, il continuo uso di dissolvenze particolarmente suggestivo, la scena della festa dopo il successo militare, che sfocia in rissa, con l'inquadratura di quelle ombre che si azzuffano, visivamente idilliaca, o ancora, i momenti di passione di Otello e Desdemona, con dei piani stretti sui volti che trasmettono un pathos emotivo di grande impatto, fino ad arrivare alle cruente sequenze finali, la tremenda uccisione, così colma di dramma, ed il suicidio di Otello, con l'inquadratura del viso isolata nel buio, col volto quasi fluttuante, altra trovata registica meravigliosa.