Altro buon lavoro di Mervyn LeRoy, autore spesso dimenticato della Hollywood classica ma con diverse perle nel suo repertorio, questo "Random Harvest" è un intenso melodramma, che anticipa quella breve tendenza, tipica del secondo dopoguerra, dei film sui reduci, in questo caso si tratta di un reduce della Prima Guerra Mondiale, che in seguito ai traumi riportati sul campo ha subito una perdita della memoria, non ricordando nulla del proprio passato, in seguito a ciò viene ricoverato in una clinica, una volta uscito inizia una relazione con Paula, con la quale si sposerà ed avrà un figlio, sembra andare tutto a gonfie vele con una bella famiglia, una bella casa, e nuove richieste di lavoro, fin quando Charles, il protagonista, viene investito e a causa della botta ritrova la memoria del suo passato prima della guerra, ma dimentica tutti gli eventi accaduti dopo, ritornando alla vecchia casa familiare, dove scopre di essere un ricco ereditiero, figlio di un magnate a capo di un'importante fabbrica, venuto da poco a mancare, prendendo il ruolo del padre nell'impresa di famiglia.
Lo sviluppo del film mostra Paula, venuta a scoprire la verità, che si rimette in contatto con Charles senza avere il coraggio di dirgli la verità, facendosi assumere come segretaria, nel mentre è ancora legatissima a lui e cercando di riconquistare il suo amore nonostante non ricordi nulla, è questo il cuore del film, la parte intensa che mostra un doloroso rapporto, ancorato al passato, due personaggi che non riescono ad andare avanti, Charles che inizia una relazione con la cugina, attratta da lui, ma che non riesce a sposare per le sue sensazioni ancora legate alla vita precedente, Paula che continua a sperare in un rinsavimento di Charles per recuperare il tempo passato insieme, le vecchie abitudini, è un film in cui LeRoy propone un punto di vista molto empatico, colmo di primi piani per catturare le emozioni, un'enfasi tipica del melodramma di stampo classico che funziona bene nel trasporre sentimenti contrastanti, tra amore e tragedia, con uno stile pittorico niente male, basti vedere i bei campi lunghi della casetta in riva al ruscello dove abitava la coppia, due interpretazioni di ottimo livello, con Green Garson che si supera - e lo farà ancora l'anno dopo assieme a Wyler, vincendo pure l'oscar - nel suo personaggio così dilaniato, in bilico tra la speranza ed il dolore.
Un buonissimo melodramma hollywoodiano, molto sentito e raramente stucchevole o retorico, l'ho sinceramente gradito.