Film parecchio singolare nella filmografia di Welles, tra il noir e lo spionaggio con una certa componente ironica tra le righe, è un film dai tratti episodici, girato in svariate nazioni europee, nelle quali il protagonista si aggira per andare a scoprire il mistero delle origini della figura di Gregory Arkadin, ricco imprenditore dal passato oscuro, venendo commissionato dallo stesso, a detta sua afflitto da un'amnesia per sapere come si è procurato i primi soldi della sua carriera, quelli che gli hanno permesso di far fruttare la sua fortuna.
Con un Welles gigioneggiante, che si prende spesso la scena col suo carisma strabordante ed una presenza scenica notevole, una regia che valorizza il personaggio, visto come temibile e ambiguo, dedito alla menzogna per fare i suoi interessi, con la tipica inquadratura dal basso, diventato un marchio di fabbrica del regista, a dare una forte imponenza al magnate, una struttura che ricorda "Citizen Kane", per via dell'indagine che conduce il protagonista, interrogando le persone appartenenti al passato di Arkadin, prende presto dei tratti labirintici, con la seconda parte che aumenta esponenzialmente la componente paranoica, quando il protagonista inizia a sentirsi in forte pericolo per aver scoperto la presunta verità, data anche la morte delle persone fino a quel momento interrogate, una pista di sangue che mostra una forte voglia di insabbiare il proprio passato, e caratterizza ancora meglio il personaggio di Arkadin, in un finale particolare, abbastanza anticonvenzionale, nel quale il personaggio sembra non reggere la vergogna del proprio passato, mostrando in fondo, dietro alla sua imponenza, dietro al carisma strabordante, dietro l'autorità che porta, una notevole debolezza di fondo e non accettazione.
Come al solito, Welles regala sequenze di straordinario valore, poco da fare, l'impianto visivo è quello dei suoi noir, una fotografia cupa, dei contrasti netti tra luci ed ombre, che vengono utilizzati spesso in maniera semantica, una profondità di campo onnipresente ed un frequente uso del pianosequenza, con uno svariato numero di location, l'iniziale omicidio nel porto di Napoli ad esempio, in cui il buio circonda la scena ed infittisce il mistero, o le splendide sequenze della festa carnevalesca a casa di Arkadin, un momento di stampo surreale che affascina ed accresce lo smarrimento di un protagonista perso nel labirintico mistero della vita di quest'uomo.