Siamo di fronte ad un'opera che brilla per estro ed originalità, a partire dallo splendido stile nel quale è dipinta la pellicola, questi colori estremamente pittorici, che rimandano a diversi autori come Dalì e Bosch, donando una forte componente straniante, ai limiti del surreale, che si sposa benissimo con questa storia dai tratti distopici ed esistenzialisti, un soggetto che ribalta totalmente i canoni ed i punti di vista, con l'essere umano che vive allo stato brado in questo pianeta abitato dai Tiwa, questi giganti blu con un'avanzata tecnologia, che dedicano buona parte della loro giornata alla meditazione, è interessante fin da subito la descrizione del rapporto, nel quale l'uomo è visto come un animale selvaggio in balia dei Tiwa, la prima straziante sequenza, con dei Tiwa che uccidono questa madre umana ed un altro adotta il figlioletto, la dice tanto sulla considerazione della specie dominante nei confronti degli umani, e si continua così, vi è una totale sostituzione dell'uomo all'equivalente degli animali domestici, venendo trattato con sufficienza e venendo privato della libertà, così come da grandi spunti tutta la questione riguardante la disinfestazione degli uomini selvatici, considerati un pericolo per i Tiwa, arrivando ad una vera e propria guerra tra specie, nella quale però l'uomo sembra irrimediabilmente svantaggiato per via della sua esigua forza fisica e per il gap tecnologico, una serie di spunti che si fanno metafora della vita sul pianeta, dell'approccio antropocentrico radicato in noi stessi, e che va a minare le convinzioni sulla presunta superiorità dell'uomo nei confronti delle altre specie animali.
Ci ho visto anche tanta filosofia e mitologia, un palese riferimento al mito di Prometeo, con il piccolo uomo che ruba uno degli elementi più all'avanguardia dei Tiwa e causa la punizione della sua specie, fino ovviamente a quella che è una versione totalmente alternativa della creazione, con questa sorta di collaborazione tra uomini e Tiwa, con i primi che andranno a vivere in un satellite adiacente per riuscire a restare in pace, ma le chiavi di lettura possono essere numerose, dall'ambito ecologista a quello esistenzialista, è uno dei punti di forza del film.
Registicamente eccezionale, capace di regalare tantissimi momenti visivamente sublimi, diciamo che tutto l'impianto è particolarmente ispirato, dai bellissimi momenti riguardanti la meditazione dei Tiwa, con queste sfere che si librano in volo, restituendo delle immagini come rarefatte, all'arrivo degli umani sul satellite, con quelle statue di stampo classico in un contesto totalmente diverso da quello in cui siamo abituati a vederle.