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THE RUNNING MAN regia di Edgar Wright

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stratoZ     6½ / 10  13/12/2025 12:34:57 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Mai stato un grande fan della trasposizione anni ottanta, ma devo dire, come al solito il grande Edgar Wright fa un ottimo lavoro, ne viene fuori un action un po' - tanto - tamarro, ma squisitamente divertente con tante implicazioni sociali, frizzante, sopra le righe, arrabbiato come il suo protagonista, un c4zzotto alle ingiustizie nel suo essere così contro il sistema, tramite la storia di questo uomo appena licenziato dalla società per cui lavora visto che è andato a parlare col sindacato per difendere i colleghi per delle radiazioni subite durante il lavoro, da qui nella sua disperazione per trovare dei soldi per curare la figlia malata va a fare qualche gioco a premi, con la situazione che sfugge di mano, vista la natura persuasiva del produttore, che lo convince a partecipare a Running Man, questo reality estremo dove deve girare per trenta giorni mentre tutti provano a sparargli, da qui vengono introdotti una serie di elementi molto interessanti, dal coinvolgimento del resto delle persone, civili come lui, che ricevono ottimi premi se lo segnalano, un po' una metafora della guerra tra poveri imposta dall'alto, all'estrema tracciabilità della persona, costantemente pedinata, in qualsiasi frangente, con addirittura i lampioni che hanno installate le telecamere per localizzarlo, è un film che alterna ottimamente dei momenti particolarmente paranoici con quelli di pura adrenalina, la costante sensazione di essere osservati, di essere pilotati da una forza superiore, di dover sospettare di chiunque, vista la capillarità della Network, questa azienda che si occupa dell'informazione del paese, senza particolare concorrenza esterna, con diversi momenti che sfociano in belle sequenze action, a partire da quella splendida fuga del protagonista nel rifugio per i reduci, in cui salta tutto all'aria mentre lui fugge dai tombini, con conseguente manipolazione dell'opinione pubblica da parte del produttore per far accanire ancora di più gli spettatori, ai momenti a casa del personaggio di Michael Cera, nel suo attrezzato laboratorio antisistema, che detona in una bella scena per colpa della madre rimbambita, uno dei tipici excursus comici che caratterizza la filmografia di Wright, fino a quella del jet privato, con la lunga conversazione col produttore, momento che esterna tutto il marcio dietro programmi del genere, arrivando ad un finale gustoso, nemmeno lontanamente credibile, ma particolarmente soddisfacente.

Devo dire, nel complesso, buon lavoro, divertente ed antisistema, arrabbiato e con diverse stoccate alla situazione politica e mediatica contemporanea, un mondo in cui l'etica è scomparsa totalmente e comandano solo il denaro e gli ascolti, con un buon Glen Powell, perfetto physique du role e con un ghigno costantemente arrabbiato.