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GERRY regia di Gus Van Sant

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stratoZ     7 / 10  16/12/2025 12:25:11 » Rispondi
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Van Sant in collaborazione con due fedelissimi realizza un film totalmente atipico, probabilmente il suo più autoriale con dei riferimenti ad Antonioni, l'ambientazione, specialmente sul finale, nella Death Valley, lo rende quasi esplicito, posto che diventa ancora una volta teatro di riflessioni sull'esistenza, con una narrazione che dire scarna è un eufemismo, un andamento lento, quasi catatonico, che accompagna le avventure di questi due amici di nome Gerry in questo viaggio verso una meta indefinita, che probabilmente si erge a metafora di un'esistenza vacua, senza un reale scopo o punto di arrivo, un girare intorno senza punti di riferimento con i protagonisti che apprendono una nuova consapevolezza del loro girare a vuoto man mano che l'esperienza matura, tra il filosofico e l'esistenziale, con dei dialoghi volutamente grotteschi, l'uso di parole storpiate - gerryzzare - interessante è il restare su un livello nel quale la libera interpretazione dello spettatore ha un ampio margine di manovra, a partire dal rapporto tra i due, che potrebbero sia realmente essere due amici che rappresentare una scissione interna di una stessa persona, così come la presenza di una natura ostile che diventa sfondo di un viaggio stremante nel quale i due si limitano a sopravvivere senza il minimo sostentamento.

Stilisticamente molto gradevole, con una tecnica di ottimo livello, un grande uso del pianosequenza, spesso a seguire i personaggi, tanti silenzi ed una fotografia tendenzialmente realistica, che fa da contraltare ad una vicenda che mostra sfumature metafisiche, un montaggio ridotto all'osso, che da al film una natura contemplativa e gradevolmente criptica.