Riduttivo trattarlo come una semplice variante di "Good Will Hunting", tuttavia bisogna ammettere che i due film hanno parecchie cose in comune, Van Sant ha trovato una certa quadra e riprende la tematica del genietto in un contesto ostile, questa volta è il turno di Jamal, giovane di colore della periferia di New York, con un'infanzia difficile, abbandonato dal padre ed in una precaria situazione economica, appassionato di letteratura e con un grosso potenziale nella scrittura che tuttavia nasconde, e quasi se ne vergogna per non essere schernito dai coetanei, facendosi strada giocando a basket, presto la vita di Jamal cambierà, col film che si dipana in due direzioni, una è la nuova vita di Jamal nella nuova prestigiosa scuola, in cui gli viene offerta la possibilità di studiare per via delle sue abilità nel basket, l'altra è il suo nascente rapporto d'amicizia con un vecchietto, inizialmente schernito dal suo gruppetto di amici per la sua attitudine a restare sempre in casa e restare a guardare dalla finestra, che presto scoprirà essere William Forrester, un famosissimo scrittore, autore di quello che è considerato il miglior libro del novecento, qui il film si dedica a mostrare l'avvicinamento delle due personalità, che passano da un rapporto di iniziale freddezza ad una certa complicità, con William che darà una grossa mano a Jamal nella scrittura di alcune opere per la scuola, allo stesso tempo, viene enunciata la natura competitiva del contesto scolastico, tra i contrasti con altri compagni sul campo ed il turbolento rapporto con Prof. Crawford, che non crede nelle abilità di Jamal nella scrittura, nel suo viscido personaggio - interpretato dal mitico F. Murray Abraham, in uno dei suoi soliti ruoli cattivi che gli riescono benissimo - vi è tutto il pregiudizio nei confronti di una persona di umili origini, è spesso esplicitato come lo consideri soltanto un ragazzo di quartiere che gioca a basket e ne sminuisce le abilità intellettuali, ed il film in questo contrasto lancia il suo messaggio, come si vede in due scene chiave, sia quella della BMW, nella quale Jamal viene come snobbato da un uomo con la macchina in leasing che da per scontato non sappia nulla sul marchio, ma in realtà si rivela un grande conoscitore, sia in quella tesa scena in classe con Crawford quando gli azzecca tutte le citazioni dei libri.
Van Sant procede su binari sicuri, uno schema già rodato riesce a creare un discreto pathos, la sceneggiatura tutto sommato è interessante, seppur un po' troppo divisiva tra le figure istituzionali e gli outsider, e diciamo che trovo qualche difettuccio qua e là nel rapporto tra Jamal e Forrester, col secondo che diventa praticamente il suo mentore che spaccia pillole di saggezza ogni tre per due, sulle donne, su come comportarsi, su come affrontare la vita e via dicendo, elementi per cui non vado particolarmente matto.