Lo considero un po' un guilty pleasure, è un film che se non fosse per l'atmosfera natalizia, tutte le canzoncine belle che propone, grandi classici delle festività, e qualche gag particolarmente riuscita, probabilmente mi starebbe sulle palle, perché parliamoci chiaro, la struttura, i risvolti narrativi, sono tutt'altro che brillanti, un po' la classica commedia natalizia accondiscendente, che gioca tanto sul contrasto dei caratteri, il buono, ingenuo e puerile Buddy che entra nella vita del serioso, cinico ed apparentemente apatico Walter, suo padre reale, dopo essere cresciuto al polo nord con Babbo Natale ed i suoi assistenti, così come i risvolti sentimentali, riguardanti la storia con Jovie, attraente ragazza che lavora al centro commerciale ed è poco entusiasta del periodo festivo, che inevitabilmente cambierà la sua attitudine una volta venuta a contatto con Buddy.
Una New York addobbata a dovere fa da sfondo alle avventure di Buddy, passando dai luoghi più iconici della città, dall'Empire State Building dove lavora Walter, al Rockefeller Center ed il suo albero gigantesco, anch'esso parte dell'immaginario collettivo del posto, fino all'immancabile Central Park, innevata e scenario di due momenti cardine del film, il magico finale, in cui anche lo spettatore più snob si abbandona alla magia dello spirito natalizio e la scena della battaglia con le palle di neve, nel quale Buddy conquista finalmente la fiducia del fratello minore.
Ma a mio parere, la parte migliore sono alcune gag comiche niente male, il personaggio di Buddy è un uragano che rende colorito il grigiore di una città in cui tutti pensano al lavoro, in cui tutti sono intrappolati in una quotidianità che gli impone di essere seri tutto il tempo, di non giocare più, i momenti al centro commerciale, come la rissa col finto Babbo Natale, o ancora quelli in casa mentre mangia gli spaghetti con lo sciroppo d'acero, i marshmallow, le caramelle gommose e tutte le robe più dolci possibili, mi hanno fatto genuinamente ridere, soprattutto considerato il contesto in cui si svolgono, così come la giornata lavorativa di Buddy con suo padre, finendo per animare la giornata di tutti i dipendenti dell'ufficio smistamento, anche se il momento più alto rimane quella perla di humor nero che è l'incontro con Miles Finch, interpretato da Peter Dinklage, che dire, ero piegato in due dal ridere.
Piccolo cult natalizio, che tutto sommato diverte, ed in certi frangenti, pure emoziona.