logical 10 / 10 25/11/2005 22:16:08 » Rispondi Werner Herzog realizza un miracolo sempre sfiorato: il film si crea nella testa di chi guarda senza neppure il bisogno o lo sforzo di girarlo. La storia è lo strumento dell'ipnosi: piano piano si cominicia a credere a tutto, a quello che è vero - probabilmente - e a tutto quello che non solo è falso ma che è evidentemente assolutamente altro. Rinuncia meravigliosamente a girare, semplicemente rimonta footage courtesy la NASA oppure convince un amico a scendere in un buco sotto il ghiaccio. E noi crediamo a tutto, all'alieno abbandonato nel centro commerciale che non ha avuto fortuna, ai tunnel spazio-temporali del (vero? vero!) scienziato cinoamericano, ai cieli di elio liquido, alle creature tenere che abbiamo trattato male. Come in "Cuore di vetro" siamo noi ad essere i paesani ipnotizzati a chiedere a lui di liberarci dal gigante; crediamo a tutto e meravigliosamente capiamo che si può credere a tutto quando almeno se ne intravede una ragione. La costruzione di questo film è semplice come un disegno su un foglio, ha la freschezza divertita di un collage riuscito senza sforzo e senza drammi, veloce come un pensiero che sa quello che vuole e che togliendo tutto prende il volo.