logical 8 / 10 11/02/2006 03:13:57 » Rispondi The Libertine è un film lussuoso, commovente e quasi per soli uomini; l'orbita della storia è quella del genio dannato, dell'io narciso esaltato e infantile, è la storia del pene e del male, del desiderio e del fascino della distruzione di sé e degli altri. Johnny Depp è perfetto e trasporta la sua icona da bambino-fantoccio fino a quella del sempremalvagio e sempredepravato dongiovanni con una nonchalanche trasformistica à la Michael Jackson (il discorso salva-reame al Parlamento di Londra con il paranaso in argento e due bastoni sotto le ascelle è degno della sua apparizione in pigiama al processo). Tutto è fotografato in un mistico lume di candela da un grande Alexander Melman che distribuisce nebbia, fumo e fango alle luci olandesi della Londra di fine seicento. Apparentemente cupo e vivacemente sciovinista, il film aggiunge un'altra icona al topos dell'uomo che non si basta e che non si contiene, l'avventuriero nichilista che nasce e rinasce nei secoli, oggi tardo barocco poi romantico, esistenzialista, beat, hippy, punk... unito ad un'altra figura classica, il grand'uomo in decadenza più che impersonato da un grande John Malkovich ormai pronto per un inevitabile Re Lear. Girato e montato con l'abilità di chi arriva dai 'commercials' e dai videoclip è un'opera prima che regge l'impatto con un budget altissimo senza avvilirsi nel genere di consumo, dimostrando almeno un paio di buone amicizie molto inglesi: Peter Greenaway per gli impianti teatrali e il supporto della musica e Ridley Scott per le atmosfere fumose, le luci morenti, i corridoi e le nebbie. Finendo, dedica il film a Mary Selway ("grand dame of British casting agents"), Marlon Brando e Hunter S. Thompson. "E ora ti piaccio? Eh? Ora ti piaccio? Ora ti piaccio?..." dice Johnny Depp in un grande finale a nero.
maremare 11/02/2006 10:01:46 » Rispondi proprio del 'pene' e del male...