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FULL METAL JACKET regia di Stanley Kubrick

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Napoleone     9 / 10  28/04/2006 13:06:57 » Rispondi
Seccamente iperrealistico!
Queste sono a mio avviso le parole che meglio definiscono il qui presente film.
E' questo appunto il tratto dominante che contraddistingue ed allo stesso tempo pone su di un piano superiore 'Full metal jacket', rispetto alle innumerevoli produzioni cinematografiche, aventi per tema la Guerra ma
purtoppo non immuni, ahime, da un'ovvia retorica nazionalistica o caratterizzate da sermoni moralisticheggianti.
No, 'Full metal jacket' è diverso. Il regista si pone nella prospettiva di colui che guarda il Mondo, ed in questo caso un suo aspetto particolare,la guerra, con occhio disincantato e smaliziato, osserva la realtà effettiva delle cose, abolendo tutte le particolari strutture e condizionamenti esterni, ma soprattutto interni, che potrebbero inficiare la visione del vero. Nell'osservare il fenomeno, Kubrick abolisce ogni scala di valori, adoperata invece dal fruitore dell'opera d'arte,(i.e. lo spettatore) , analizza ogni aspetto asetticamente, quasi fosse uno scienziato nel corso di un esperimento di laboratorio.
Questo è l'approccio realistico, di cui Kubrick è maestro.
La prima parte del film è la descrizione del severo processo di addestramento nel campo di Parris Island a cui sono sottoposte le reclute del corpo dei Marines. Essa è in toto dominata da una triade: Joker, il sergente istruttore Hartman e Gomer Pyle, il quale da inetto completo si trasforma in macchina da guerra e supera la propria guida e mentore Joker, anticipandolo anche nella visione dell'inferno("Io ci sono già nella m***a, fino al collo").
Nella seconda parte invece la scena è traslata in Vietnam e ruota principalmente intorno a Joker, alle prese con il suo battesimo del fuoco.
Nel finale apocalittico, ove la tensione sale a livelli vertigionosi e viene somatizzata e sentita dallo spettatore quasi come un pugno nello stomaco, per le crude immagini che passano sullo schermo, emergono echi,oserei dire, nietzschiani: Joker afferma in un Sì orgiastico alla vita di essere felice di essere vivo, pur trovandosi in un mondo di m***a.
Da vedere.