amterme63 8 / 10 20/08/2006 13:59:26 » Rispondi Il valore di questo film, più che nei meriti artistici (che non sono disprezzabili) sta nell’essere il primo film di grande distribuzione che parla in maniera seria e “nobile” di amore omosessuale, non una commedia o un tema secondario all’interno di film che parlano d’altro. Ricordo che destò molta curiosità ma anche molta ilarità. Si tratta della trasposizione quasi letterale del romanzo di Forster, ambientato nell’Inghilterra di inizio ‘900, e quindi riporta tutti i pregi e i difetti del libro. Forster ha voluto sfatare il luogo comune che una storia omosessuale debba per forza finire in tragedia e quindi, un po’ forzatamente, ha inserito il personaggio poco realista di Alec e la vicenda finale, più “amorosa”, con lieto fine. L’altra teoria del libro/film è che omosessuali si nasce (“puoi cambiare le macchie al leopardo?”). Si capisce così la scena iniziale. Maurice sa fin dall’infanzia come funziona eppure alla prima occasione la sua vera “natura” salta fuori. Una volta capito si deve scontrare con una società ostile, ipocrita e soprattutto in preda al pregiudizio. Le scene di umiliazione davanti ai “medici” sono di una potenza disarmante. Nonostante tante cadute riesce a sopravvivere e a vincere idealmente sul suo amico, che ha preferito l’accomodamento sociale alla felicità sentimentale. Forster insieme a Lawrence è il paladino dei diritti della natura umana (sessuale) di fronte alle norme sociali (inglesi e vittoriane). Del resto anche “Camera con vista” e “Passaggio in India” parlano di questo tema. Da notare che questo è stato il primo film di Hugh Grant e anche Alec l’ho rivisto nell’assistente del commissario in “V per Vendetta”. Maurice: “Cosa dovrei fare?” Il medico ipnotizzatore: “Vada in Francia, in Italia. Là c’è più tolleranza. In Inghilterra non sarà mai possibile”. !!