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MATCH POINT regia di Woody Allen

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Sig. Chisciano     9 / 10  02/09/2006 00:48:27 » Rispondi
Se qualcuno avesse mai voglia di leggere tutto il commento, ricordo che è anche pieno di SPOILER!!


SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER SPOILER

Un tennista dei circuiti ATP molla il tennis professionistico per fare il maestro in un club aristocratico di Londra. Persona educata in gamba fà subito breccia nel cuore della figlia di un riccastro, sembra un colpo di fortuna perchè subito dopo gli si aprono grandi prospettive, lavori ben retribuiti e di responsabilità..
Mettiamoci nei suoi panni, non''è forse lo scopo di tutti trovare un lavoro ben retribuito, aver la possibilità di frequentare bei posti, avere una casa open space sul Tamigi? lo so sono cose materiali di contorno diciamo, ma qual''è questo contorno? L''amore? Il lavoro? guardiamoci attorno quante persone sono innamorate del proprio lavoro? il 90% delle persone trova un buon lavoro, lavora perchè è necessario, ed è questa la vita per molte persone, ci si innamora perchè non si può stare da soli, cambiamo continuamente i nostri standard a seconda delle nostre possibilità, guai se non fosse così, un brutto non potrebbe mai fidanzarsi per colpa di standard troppo alti, con il lavoro è la stessa cosa... Se tutto quello che ha il protagonista ve lo regalassero adesso, compreso una moglie tutto sommato bella e affidabile, cosa fareste? chiaramente non c''è risposta bisognerebbe provare, ma in fondo se dentro di voi non esiste qualcosa da voler avere a tutti i costi, perchè rinunciare a qualcosa per un niente??? In fondo lo dice il protagonista stesso "per diventare test di serie bisogna volerlo veramente", e non c''è via di mezzo o sei tra loro o vai fare il lavoro di ripiego da qualche parte. La scelta del protagonista è la scelta che ogni mamma vorrebbe per il figlio, lo dice anche la suocera, "per quanto tempo hai intenzione di continuare a provare a fare l''attrice, ti chiedi mai se quello è veramente il tuo lavoro?" Certo che me lo chiedo risponde lei. Insomma bisogna anche essere realisti e accettare quello che ci da il caso, ma privarsi dei desideri e dei sogni vuol dire morire, allora bisogna abbracciare la visione all''American Beauty, la bellezza del sacchetto mosso dal vento, insomma la felicità in quanto vivi, il protagonista vorrebbe abbracciare questa ipotesi, lo dice, "in fondo sto bene con mia moglie, è solo che mi annoio" L''ipotesi all''American Beauty va bene per uno dopo la 50ina (possibilmente già morto) con un matrimonio che non va'' più e la vita che gli sfugge.. ***** voglio vedere se ad un lavavetri extracomunitario (oppure un me qualsiasi) capitasse quello che è successo al protagonista, troverebbe la voglia di andare con Scarlett e rovinare tutto!! Il protagonista non è un arrivista o scalatore sociale ad ogni costo, semplicemente ci si trova dentro. Anzi è proprio la mancanza di ambizione e autostima a portarlo all''eterna solitudine, a vivere una vita guidata dal caso.

Film iperealista, mascherato da un film non fatto da Woody Allen, ma che in fondo ripercorre quel senso di non realizzabilità della vita, di contraddizzioni, paradossi e pessimismo cosmico che il regista Ebreo ha sempre mascherato con fiumi di ironia.
Il protagonista che diventa omicida è per Allen quello che per Tarantino è la violenza, cioè puro intrattenimento (per un''ora e mezza non succede niente commentano in molti), anche le balle varie sulla palla da tennis che può o non può oltrepassare la rete è solo una metafora del caso, ma che è servita solo per rendere più appetibile il film, qualsiasi strada avesse scelto il protagonista, compresa quella di scappare con Scarlett avrebbe avuto lo stesso finale, cioè la condanna di una vita in solitudine.