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LE ROSE DEL DESERTO regia di Mario Monicelli

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Giordano Biagio     5 / 10  04/12/2006 18:45:53Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Non è un gran film perché è troppo alla ricerca di situazioni tragico-comiche, con molte ironie un po' forzate rispetto al contesto spirituale, culturale e storico dell'epoca.
Paradossi delle tattiche di guerra, vili fughe sui mezzi della crocerossa, paranoie di ogni genere nell'alto comando, reazione omicida di un soldato a un gesto di non grave intolleranza nei suoi confronti, insomma un esercito senza identità, allo sbando in cui domina la figura del frate domenicano "indegno" (Michele Placido) che rappresenta l'unica autorità etica e pratica del gruppo.
Divertente ma non vero, Monicelli sembra schierato, vuol dare un giudizio sulla guerra in Libia strettamente antifascista trascurando la vera spiritulità dell'epoca che era molto diversa dal film e di non facile definizione, basti pensare alla grande adesione di massa al fascismo e al culto per il ritorno simbolico del sacro romano impero che facevano della guerra coloniale una missione di democrazia e civiltà soprattutto per gli altri e non per sè.
Monicelli finisce per fare un film da intrattenimento e antimilitarista fregandosene dello spessore storico che un film del genere richiedeva.
Peccato.
paul  04/12/2006 23:01:01Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
ciao Giordan, sai che invece io non ci ho visto nessuna lettura politica? O forse non l'ho voluta vedere...per me si tratta solo di una piacevole commedia...
Giordano Biagio  06/12/2006 20:55:56Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Hai ragione anche tu, sul piano del divertimento è motlo bello, a volte irresistibile. Una metafora parodistica sul non senso delle nostre guerre fasciste. Forse Monicelli voleva fare solo quello...
Stai bene, ciao
gerardo  15/12/2006 21:06:50Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Monicelli E' schierato, non sembra. Giustamente, aggiungo io.
Ha il merito di riproporre (quanto gli riesca bene è un altro discorso) un argomento che la storia italiana e il nostro cinema hanno rimosso, sempre evitato o considerato un tabù: il colonialismo italiano e la nostra sciagurata partecipazione alla guerra. Ma Monicelli non è uno sprovveduto in materia, avendo già affrontato con gli esiti che conosciamo il discorso dell'Italia in guerra.
Se per te la spiritualità è "Faccetta nera" e simili, o la conquista di un posto al sole in Africa, allora stiamo messi male davvero. Quando l'Italia entra in guerra agli italiani del fascismo non gliene fregava già più niente. Tanto meno di andare a conquistare terre lontane e ostili.
"basti pensare alla grande adesione di massa al fascismo e al culto per il ritorno simbolico del sacro romano impero che facevano della guerra coloniale una missione di democrazia e civiltà soprattutto per gli altri e non per sè.": bisognerebbe interpretare con queste tue parole il vero senso della missione italiana in Iraq. Che poi l'ossimoro lo svisceri tu stesso accostando la guerra coloniale con la missione di democrazia. E intanto mi chiedo come faccia il fascismo a portare la democrazia... Non parliamo poi della civiltà...
O sei confuso o sei un nostalgico latente.
Giordano Biagio  15/12/2006 22:43:11Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Che l'entrata in guerra del fascismo sia stato un fatto gravissimo estremamente negativo non ci sono dubbi visti gli esiti devastanti e inutili su tutti i piani sociali e istituzionali. Ho dato un voto negativo al film ampiamente motivato e non ho voglia di ripetermi. Penso che l'adesione di massa al fascismo per quasi un ventennio debba farci riflettere di più sulo spirito dell'epoca, il film di Monicelli si limita al tragico -comico come nella "grande guerra" e va benissimo per chi ama il genere, io ritengo però che lo spirito dei soldati, le loro motivazioni psicologiche e culturali, l'atmosfera vera della guerra a Monicelli che non è un grande storico di guerra siano in buona parte sfuggiti.
Tutto lì.
gerardo  16/12/2006 13:24:33Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
Io penso che Monicelli di storia e di guerra ne sappia ben più di te. Che continui a parlare di adesione di massa al fascismo per un ventennio, cosa storicamente falsa e smentibile. Primo perché il fascismo si è imposto con la forza e non con il consenso, secondo perché è nato dalla borghesia e non dal basso (considerando peraltro che l'Italia era un paese largamente povero e contadino), terzo perché il fascismo si è imposto come una sovrastruttura sulla quotidiana esistenza del popolo, intento più a sopravvivere che a condividere le scenografie e la "spiritualità" fasciste. Che negli anni '30 (e solo negli anni '30...), spezzata ogni opposizione e allentato il clima da guerra civile del decennio precedente ci sia stato un effettivo consenso non significa che questo sia stato assoluto, totale e privo di riserve. Dopotutto il regime si reggeva pur sempre sull'esercizio della coercizione. Più che consenso io lo chiamerei "quieto vivere".
Altrimenti non si spiegherebbe la Resistenza, che, contrariamente a quanti tra i revisionisti della prima e dell'ultima ora, per banale comodità riportano dati sulla relativamente bassa percentuale di partecipanti alla lotta "armata", ha ricevuto un consenso vero e sentito molto più diffuso, non armato, di quanto possano indicare quei dati.
Chi andava in guerra lo faceva perché vi era costretto, per coscrizione e per fame, altro che per slancio ideale e spirituale! Alla guerra ci andavano in larga parte i "cafoni", i contadini, ma non certo per conquistare il loro posto al sole (vaglielo a dire ai sopravvissuti dell'ARMIR...). Prova a indagare quanti erano i veri fascisti, quelli animati da reale sentimento ideologico, ad andare in guerra. Forse quei fascisti che sono andati a portare la civiltà con l'iprite, la tortura, lo stupro e i campi di sterminio in Libia, Etiopia, Grecia, Albania e Jugoslavia...
E considera pure che molti di quei militari che tu dici avvinti dalla spiritualità fascista hanno militato nella Resistenza, sia nelle bande irregolari che come soldati della CVL.


Giordano Biagio  15/12/2006 22:47:04Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
PS. Non sono nè confuso nè altro se non ti piace quello scrivo cambia canale e non rompere le ...
gerardo  16/12/2006 13:25:07Nuova risposta dalla tua ultima visita » Rispondi
No no, troppo comodo. Io le palle te le rompo e come!