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GOOD BYE, LENIN! regia di Wolfgang Becker

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Cristiano     10 / 10  25/07/2003 22:39:12 » Rispondi
Semplicemente stupendo!
Sono convinto che se il regista di questo film fosse stato un po’ più famoso già si parlerebbe di capolavoro epocale.
E’ un film che nasce da una trama originalissima ed è tra i pochissimi che analizzano un capitolo fondamentale di storia quale gli avvenimenti del 1989.
A questi ottimi presupposti il film aggiunge veramente di tutto, scene divertentissime, addirittura esilaranti, satira su est e ovest, suspence da thriller, colpi di scena e analisi di rapporti familiari e di generazioni a confronto. A tratti poetico diventa superlativo nel finale, quando il protagonista ha l’avventura di conoscere un taxista che fu il primo cosmonauta della DDR e riesce coinvolgerlo nella fiction ad uso e consumo di sua madre rappresentando con lui non la vera DDR, ma la DDR come l’avrebbe voluta lui, come la sognava nella sua infanzia orgoglioso dell’impresa spaziale del suo paese. Mi sono commosso a vedere il discorso dell’astronauta taxista-finto presidente con in sottofondo le note dell’inno della Germania est. Mi è sembrato quasi un film generazionale, inizia nel 1978 con il protagonista intorno agli 8 anni, sarei praticamente un coetaneo dell’ovest, e parla di quegli anni dove ancora esistevano nei sogni dei bambini le grandi imprese, il sogno di diventare astronauta, gli ideali. E della delusione per un mondo più freddo e cinico. Il film non giudica est e ovest, semplicemente mostra come si è figli di un epoca, di un mondo che condiziona la mentalità, il carattere, gli affetti di una persona anche quando la realtà è squallida. Ed è quasi un gioco a mostrare come è assurdo sbarazzarsi del passato come un qualcosa di vecchio e inutile, il contenuto del mobilio buttato nella spazzatura ne è l’emblema…
Eccezionale anche il personaggio della madre del protagonista, distantissima dall’immaginario di una militante agguerrita. L’eccezionale compostezza e dignità la fanno sembrare quasi un monumento all’equilibrio e all’armonia in un mondo diventato frenetico. Lei invece nella finzione del figlio vivrà fino all’ultimo momento in simbiosi con l’ambiente nel quale ha vissuto una vita, anche se ormai esiste solo virtualmente nella sua stanza.
Bellissima l’idea di dare una fine dignitosa alla DDR e ai suoi 40 anni, nel bene e nel male sono stati la vita di milioni di persone e non è giusto dimenticarli facendoli uscire dalla storia alla chetichella.