amterme63 8½ / 10 07/02/2007 23:17:22 » Rispondi Con questo film fa il suo ingresso nel cinema italiano l’esistenzialismo. Il tema del film è il disagio di vivere, l’impossibilità di raggiungere una soddisfazione interiore, un senso all’esistenza. La causa è la sfiducia in se stessi e negli altri. Il prezzo da pagare per questa situazione è la solitudine. La storia si svolge fra Milano e Ferrara, in una Pianura Padana grigia e piovosa. Gli ambienti scenici sono quelli tipici dell’alta borghesia lombarda (lusso, senso di superiorità, vacuità) o delle periferie sordide e rumorose (treni, tram che passano). I personaggi sono introdotti indirettamente, tramite l’indagine di un investigatore privato e questo contribuisce a considerarli con distacco e in maniera critica. Infatti il regista ce li presenta come persone problematiche, non come “eroi”. Paola è una donna bellissima e di carattere capriccioso, che non sa esattamente cosa vuole dalla vita e oscilla fra bisogno di amore passionale e di ricchezza materiale. Ha sposato per denaro un ricco industriale lombardo, che la tratta come un segno del suo successo. E’ lei la protagonista del film, il carattere che più di tutti rappresenta l’insoddisfazione e il vuoto esistenziale. Il personaggio di Guido (il suo amante) è lasciato un po’ sul vago, abbastanza però per delineare una persona triste, debole, indecisa, dalla vita fallimentare. La sua lotta interiore è fra l’attrazione per Paola e il suo “orgoglio”. E’ ammaliato ma si sente anche usato. Spesso i due si rinfacciano impietosamente i loro difetti, ma la paura della solitudine impedisce loro di rompere il legame. L’incomprensione reciproca è però così tanta che alla fine entrambi rimangono soli, tremendamente soli. Il film ha un po’ l’atmosfera dei noir, ma quello che lo distingue dai classici americani è che qui l’accento non è sui fatti criminosi o abnormi, ma sullo sviluppo psicologico dei personaggi. Nel film non avvengono assassinii ma disgrazie (e non vengono mai mostrate) eppure hanno un effetto devastante sulla psiche dei protagonisti. Anche nei loro dialoghi la cinepresa rimane fissa su di un personaggio mentre l’altro parla, come per misurare la reazione psicologica. Così si dà anche la sensazione che fra i due ci sia il vuoto, un muro che li separi. Il ritmo del film è volutamente lento anche per dare la sensazione di noia e oppressione di cui soffre soprattutto Paola, spesso ripresa mentre si macera nelle sue stanze signorili. E’ un film quindi da vedere a mente sgombra e ben sveglia. Io purtroppo non ho pututo fare a meno ogni tanto di sbadigliare, ma devo riconoscere che si tratta di un gran film.
emans 05/07/2010 18:42:27 » Rispondi Ho visto per la prima volta questo film qualche giorno fa e leggendo il tuo commento è come se mi avessi letto nel pensiero! Davvero un gran bel debutto che merita una recensione degna di nota...e chi meglio di te...
amterme63 05/07/2010 18:51:34 » Rispondi Eh magari avessi tanto tempo a disposizione. Sai quante recensioni "sfornerei". Comunque ti ringrazio e ci farò senz'altro un pensierino. Ciao Emanuele.