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SNATCH, LO STRAPPO regia di Guy Ritchie

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Invia una mail all'autore del commento kowalsky     6 / 10  19/05/2007 21:22:58 » Rispondi
Gangsters che sembrano usciti da Terry Gilliam, un virtual-noir partorito dalle penna di un Kusturika in esilio americano, le Jene in formato videoclip, Mike Hammer e Dick Tracy ospiti al Fight club, è la stessa tipologia di pubblico di "una pallottola spuntata" o sbaglio?
E allora, ok, divertente, grottesco, paradossale, scanzonato e bla bla ma finisce qui: se Ritchie "Ciccone" ha buon gioco nel mescolare le sue carte, abile nel montaggio (il rallenty, le ripetizioni da pulp-makers, etc.) resta soprattutto una black comedy di lusso.
Mettici pure l'omaggio a Vigo (ancora???) tanto per stuzzicare gli intellettuali, e l'amaro trionfo dell'ilarità sulla morte (la sequenza dei maiali à la Hannibal non solo non mi ha fatto ridere, ma era ed è un'immagine di terrificante violenza...) , insomma c'è pure )v. maiali) il tentativo di far ridere sulla violenza più ripugnante e degenere.
Il giochetto, paradossalmente, funziona alla grande: sorvoliamo sulle battute antisovietiche e antinomadi, ci sentiamo rassicurati quando un doppiatore imbecille inventa per Brad Pitt una ridicola dizione albanese (guardate i film in lingua originale per favore!!!).
Fermo restando che alcune sequenze si imprimono nella memoria (la galleria di facce all'inizio del film) e che Richie o è un genio che deve trovare la sua strada o un paradio* come tanti, alla fine è solo un'amabile deja vu di cose viste e riviste.