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RAPSODIA IN AGOSTO regia di Akira Kurosawa

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Beefheart     6½ / 10  05/07/2007 14:55:59 » Rispondi
Amara commedia, ambientata nei giorni nostri, che riflette sulla tragedia della bomba atomica sganciata su Nagasaki nel ''45, indelebilmente impressa nella memoria e nella coscienza degli uomini. In particolar modo, tra gli effetti collaterali del nefasto evento, oltre all''opprimente consapevolezza che logora gli animi della gente, viene messa in risalto la difficoltà di rapportarsi che giapponesi ed americani di oggi hanno ricevuto in eredità da quei tempi bui; se i secondi preferiscono, comprensibilmente, dimenticare, i primi vogliono invece ricordare, pur perdonando. Tutto ciò ci viene rappresentato attraverso una storia mite e un po triste che vede come protagonisti principali 4 ragazzini in compagnia della nonna Kane che li ospita, nella sua tipica abitazione nella campagna di Nagasaki, in occasione di un viaggio che i genitori fanno alle Hawaii, per correre al capezzale del vecchio zio morente, fratello di Kane, emigrato dal Giappone negli anni ''20 ed arricchitosi a dismisura con il commercio degli ananas. La compagnia della nonna ed il soggiorno vicino alla città permettono ai 4 cuginetti di approfondire conoscenze e riflessioni in merito all''olocausto nipponico. Quando i parenti americani ricambiano la visita il cerchio si chiude con le doverose e sentite scuse di Richard Gere, nei panni del cugino Clark, alla vecchia nonna Kane. Alla fine ho trovato piuttosto valida la prima parte, in compagnia di Kane ed i ragazzi, dove abbondano poesia, tradizione, genuinità e qualche interessante ed emozionante passaggio nozionistico, come le immagini che mostrano i resti dello scempio che oggi ne perpetuano la memoria e simboleggiano l''orrore; quella che prima dell''esplosione era la struttura metallica chiamata "castello", presente in tutti parchi del mondo perchè i bambini ci si arrampichino, adesso è un informe reticolo di tubi contorti, fusi e semicarbonizzati, tutti inclinati sullo stesso lato, come "pettinati" dal devastante spostamento d''aria della deflagrazione. Decisamente meno interessante invece la seconda parte, che ho trovato abbastanza banale ed infantile, come se si trattasse più di un film propedeutico da diffondere nelle scuole che non di una profonda analisi esplorativa psico-sociale come mi sarei aspettato dal regista. Se la fotografia è buona, la recitazione un po meno; la vecchia Kane non sfigura ma Richard Gere non spicca affatto, tutt''altro. A peggiorare le cose contribuisce non poco il ridicolo doppiaggio che gli conferisce un improbabile accento british, come un novello Sherlock Holmes. Purtroppo non imperdibile.