Cagliostro 7½ / 10 22/07/2007 15:54:58 » Rispondi Fuorviante nel titolo (ma ciò sembra inevitabile visto che si tratta dell'ultimo capitolo della trilogia cominciata con Sympathy for Mr. Vengeance) questa pellicola non ruota intorno al tema della vendetta, ma intorno a quello dell'espiazione attraverso la purificazione. A gravare sull'anima e sulla coscienza della protagonista, non sono tanto i 13 anni d'ingiusta reclusione né il fatto di non aver potuto crescere sua figlia, ma il fatto di essere stata suo malgrado complice di un infanticidio e di aver protetto, per salvare la propria bambina, un assassino che così, grazie anche all'inefficienza delle forze dell'ordine, ha potuto continuare ad uccidere indisturbato. Immagine potente, ma tutt'altro che orginale, i parenti delle vittime che si uniscono, grazie a Geum-ja, per combattere il mostro che si è insinuato nelle loro vite, portando via quanto avevano di più caro. Questa è metafora della società civile (intesa come insieme di consociati che si raggruppano intorno ad un schema preciso di regole fondanti) che si protegge da chi dette regole non rispetta. Metafora di matrice Tolstojana, secondo cui lo Stato altro non è che violenza organizzata e l'esecuzione di una sentenza di condanna altro non è che la delega alle istituzioni della vendetta collettiva della società (si consideri anche il ruolo dell'ispettore di polizia che istruisce i carnefici nell'uso delle armi, e del posto -una scuola abbandonata- dove l'esecuzione ha lugo). Pellicola penalizzata da un prima parte piuttosto discontinua e scevra di compattezza, Lady Vendetta è stato molto sottovalutato (anche perché dopo un capolavoro quale si è dimostrato Old Boy, reggere il confronto era un'impresa quanto mai ardua). Ad abbassare ulteriormente il livello qualitativo del film è quell'autocelebrazione corale che Park Chan-wook tributa alla sua trilogia. Il film presenta un'eleganza visiva estremamente seducente e musiche ben orchestrate eintegrate con le immagini. I titoli di testa, per la loro armoniosa eleganza, sfiorano la bellezza di un capolavoro Liberty. Lee Young-Ae, non solo è molto bella, ma è anche brava e convincente. I dialoghi non sono fra i migliori (si pensi sempre alla perfezione dei dialoghi nel sopraccitato Old Boy). Anche la trama si snocciola a volte in modo prolisso e con una certa gratuità, capace di sfiorare il superfluo. Tuttavia la parabola catartica della redenzione, che si raggiunge solo attraverso l'espiazione delle proprie colpe (anche questo tema presente e più curato in Old Boy) e l'esercizio-esorcizzazione della violenza, dona valore al film.
Si ricordi che Geum-Ja vuole la prima e l'ultima parola nella lunga esecuzione del professore (ossia prima gli spara in entrambi gli alluci e poi gli spara nuovamente in volto, quando egli è ormai già morto), ma affida il destino di quel boia ai parenti delle vittime che egli ha torturato ed ucciso. Al contrario di Symphaty for Mr. Vengeance, l'assassino dei bambini non ha nessuna connotazione positiva, le sue ragioni (ad eccezzione del discorso relativo all'acquisto di uno yacht) restano oscure e mai si può provare simpatia per lui. Egli è solo il mezzo attraverso il cui annientamento si può raggiungere la catarsi.
Lady Vendetta si dimostra di gran lunga inferiore ad Old Boy, ma non è un film da disprezzare. E comunque è assai superiore al primo film di questa trilogia (il sopraccitato Simpathy for Mr. Vengeance), che, a mio giudizio, è assolutamente sopravvalutato, povero di idee e terribilmente retorico (e qui so che fioccheranno gli insulti... ma pazienza... e comunque lo si confronti con Old Boy, che, al suo contrario, è ricco d'idee, ha un ritmo narrativo compatto ed incalzante senza nessuna pietà né per lo spettatore né per i personaggi). Lady Vendetta è un film stilisticamente raffinato, che, con un po' più di cura e un po' meno di ruffianeria, avrebbe potuto assurgere al rango di capolavoro.