kowalsky 8 / 10 30/11/2007 00:22:00 » Rispondi Esco dal cinema con la sensazione di essermi entusiasmato per un cappello vuoto, un film senza contenuti profondi (e quei pochi, risaputi) ma nonostante tutto sono la persona più felice del mondo. Ed è proprio per le sue ingenuità che "across the universe" è un film meraviglioso, un vero e proprio afrodisiaco per le nostre licenze generazionali ahimè ormai piuttosto scosse e fataliste. Ti riempie lo stomaco e la mente di una serenità che i più troveranno obsoleta (cfr. l'amore universale, l'amicizia, gli abbracci tra le note dei Beatles, il pacifismo, la ribellione passiva e quella "radicale") ma che non può far altro che infondere benessere anche nell'amara consapevolezza che quelle lì erano già gli ultimi fuochi prima della cenere (Vietnam docet per es.). Un Cult non può essere il pur eccellente "L'm not there" di Haynes: un film troppo specioso e specificamente Dylaniano per assurgere a mezzo di comunicativa collettiva. Poi c'è un pò di tutto, il teenager movie (ma a che livello) e il cinema-nostalgia, ma nelle nostre gabbie mentali sappiamo forse che c'è davvero la necessità di guardarsi indietro. "Across the universe" è West Side Story nella Factory di Andy Warhol, Liechtenstein e Pollack a colazione insieme, Fragole e Sangue (citata letteralmente l'ultima scena del celebre film del 1970) diretto da un Godard rivisitato da Baz Luhrmann, il The Wall di Alan Parker che incontra Hair di Forman, il Tommy di Ken Russell (o degli Who) trasportato in una macchina del tempo nel cartoonismo psichedelico di Yellow Submarine, Jesus Christ Superstar trasportato in un mondo dove l'amore e la lotta non hanno forse bisogno di identificarsi nel "Messia". Una ricchezza espressiva e visiva che lascia esterefatti, e che è riuscita a farmi apprezzare persino quel pallone gonfiato di Bono, gradevolmente fuori le righe, e ancor di più un Cocker "cockney in Usa" molto autoironico. Certo non mancano momenti in cui il meccanismo si inceppa, soprattutto mi è difficile mandar giù una Liverpool proletaria stile West End londinese (ma era tutta così?) abbastanza convenzionale, ma sono errori formali di poco conto. Tra le molte sequenze memorabili, il medley di With a little help of my friends nella duplice copia dei Beatles e di Joe Cocker (ancora?!), il sublime kitsch della visita di leva con i soldati "inscatolati" come le minestre Campbell e costretti a portare, in mutande, il "peso" insostenibile della Nazione (cfr. la statua della libertà), una toccante "While my guitar gently weeps" cantata dopo la morte di M. L. King. Molti film recenti hanno tentato di riportare in auge lo spirito di quegli anni, a volte con discreti risultati (v. Bobby di Estevez) ma senza l'esuberanza sfavillante di questo film che colpisce, paradossalmente, proprio per la forza eccentrica della sua semplicità. Notevole la performance del protagonista (v. Elephant di Von Trier o sbaglio?) e soprattutto di una Janis Joplin di indomabile forza e talento. Pertanto le accuse di "buonismo" di certa critica mi sembrano davvero fuori luogo: davanti a quei fantasmi sepolti (non solo dai Beatles) mi sono trovato annientato e coinvolto, come se il tempo potesse, un giorno, ridestare dal sogno il lutto di una resa
Sbaglio o c'è anche una breve apparizione di Robbie Robertson (ex The Band)?
Jellybelly 30/11/2007 09:05:21 » Rispondi Eccellente commeto, Luca. Siamo in presenza di un film liberatorio, potente ed evocativo pur nella sua schietta semplicità, che spero si faccia largo tra la gente a forza di passaparola; lo merita.
norah 30/11/2007 11:59:56 » Rispondi massì vedrai...diventerà un mini-cult.
andreapau 30/11/2007 12:35:59 » Rispondi bel commento kow,mi sembra che lo spirito con il quale lo abbiamo guardato sia molto simile.pero' ho un dubbio..è veramente un bel film o è una roba tipo le serate revival in discoteca?cioè,che effetto puo' avere su chi non ha nei beatles un punto di riferimento culturale?io conosco a memoria il significato di ogni canzone di questo film,e la compresnsione ne ha giovato parecchio.insomma,è un film per beatlesmaniaci oppure no?a parte alcuni momenti che sono di grande universale buon cinema..anche se appartenenti a quella cultura rock chenon è piu' di oggi.allora,kow,siamo invecchiati?
kowalsky 30/11/2007 18:34:45 » Rispondi Ma io sinceramente non penso che sia un film esclusivamente per i fans dei Beatles... pensa che mi ha ricordato un film diversissimo (e girato in un'epoca diversa) come Quell'estate del 42, di Mulligan (se non l'hai visto, recuperalo, è delizioso). L'unica cosa che non mi è andata giù è la descrizione "proletaria" del mondo anglosassone... non credo che a liverpool vivessero solo operai e minatori P.s. purtroppo o per fortuna credo che i giovani di oggi siano precocemente invecchiati, ma non è neanche colpa loro... alle soglie dei quarant'anni assisto alla mia impotente "altra giovinezza" (per dirla col bel film di Coppola)
andreapau 01/12/2007 09:40:06 » Rispondi mmm...anche io non vorrei pensarlo,ma mi manca il conforto del parere di un ventenne fan di eminem.ecco quello che volevo dire.per quanto riguarda la descrizione proletaria di liverpool,non ci trovo grandi problemi.jude era un operaio dei cantieri navali e la regista ci ha mostrato il suo habitat.che senso aveva farci vedere la variegata gamma di classi sociali della liverpool degli anni '60?davvero non capisco la tua obiezione.
kowalsky 01/12/2007 12:30:39 » Rispondi Beh forse hai ragione... fra l'altra QUELLA liverpool mi ha ricordato il cosiddetto free cinema, cfr. schlesinger, reisz, film come "sabato sera, domenica mattina", etc.
kowalsky 09/12/2007 22:40:59 » Rispondi Chissà perchè avevo creduto di vedere Robbie Robertson (ci assomigliava) nel film... e cmq. Cocker non è un cockney ma un "pappone"... perso nel miraggio sonoro dei brani mi sono distratto un poco
norah 30/11/2007 12:34:23 » Rispondi ah luca, "ingenuo" é proprio l'aggettivo giusto per descrivere questo film!