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NON E' UN PAESE PER VECCHI regia di Joel Coen, Ethan Coen

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Gardner     9 / 10  01/03/2008 10:18:33 » Rispondi
Finalmente i Cohen Brothers ritornano sui loro livelli di eccellenza, smarriti dai tempi dell'uomo che non c'era. Come al solito cucinano una pietanza che mescola generi, caratteri e citazioni tra le più disparate, ma stavolta seguendo un filo conduttore chiaro e tagliente. Il film ha le cadenze di una ballata dolente e disperata su un mondo in disfacimento in cui i persomaggi si muovono come formiche impazzite, senza niente più che permetta di capire il perché delle azioni. Non solo sparisce la tradizionale divisione in buoni e in cattivi, ma si resta continuamente spiazzati dal dipanarsi della trama in cui ognuno non si comporta come ti aspetteresti (come avveniva nel crocevia della morte). Alla fine tutto sembra come un'ineluttabile scivolata su un piano inclinato verso l'inferno. Il riferimento cinematografico più evidente sembra Peckinpah e in particolare i suoi western morali come Cable Hogue o il mucchio selvaggio ma il personaggio di William Holden o di Jason Robards (qui tratteggiato finemente da Tommy Lee Jones) è troppo stanco, si arrende e rinuncia ad un possibile riscatto finale.
Per la prima volta i Cohen si autocitano con la scena verso la fine di Bardem illuminato di sbiego dalla luce che passa dalla serratura saltata (Blood simple)
Bardem è bravo, ma il merito della sua interpretazione mi sentirei di attribuirlo più ai due folletti di Minneapolis che al simpatico attore spagnolo. Tommy Lee Jones con la sua ragnatela di rughe che segnano il tempo passato surclassa tutti e dietro la sua espressione smarrita ti pare di intravedere il rimpianto per l'epoca di Liberty Valance