phemt 8½ / 10 08/03/2009 12:28:52 » Rispondi Randy “The Ram” Robinson alla fine degli anni 80 diventa la stella più brillante del pro wrestling dopo aver battuto The Ayatollah e aver confermato lo strapotere americano sullo straniero invasore e bastardo, stereotipo tanto caro al patriottico pubblico statunitense che affolla le arene… Ma vent’anni dopo The Ram è un wrestler, ma prima di tutto un uomo, in decadenza: Ormai sfinito nel fisico e infiacchito da una vita colma di errori, di botte, di sangue e di steroidi tira avanti tra incontri saltuari con le indie e delusioni varie, in cerca di quel riscatto, di quella svolta che gli ridia senso alla vita, che sia il ritorno nel wrestling che conta, una donna accanto o l’amore di sua figlia!
Intenso dramma sportivo con uno straordinario Rourke, su cui il film è costruito, The Wrestler diverte, commuove e fa pensare… The Ram è morto alla fine degli anni 80, gli anni 90 non hanno avuto valore e senso per lui, la musica buona è finita con l’esplosione di Cobain, lui è rimasto solo, costretto a dormire nel suo furgone e a tirare avanti battendo ragazzotti in palestre scalcinate o dando la carne ad una cassa di un supermercato… Ha una figlia che non conosce e una spogliarellista che non lo ricambia e che non lo capisce… Dopo un match all’insegna dell’ultraviolence in perfetto CZW style un infarto lo mette ko! E’ quindi arrivato il momento di guardare al futuro con raziocinio e cambiare strada e stile di vita…
Ma c’è qualcosa che batte nel petto del guerriero, quel qualcosa che ti fa salire un ultima volta sul ring a chiudere il cerchio di una carriera fatta per te stesso ma anche per i fans… In quel volo finale infatti c’è l’essenza stessa di chi si porta all’estremo per sentirsi vivo, di chi prova passione per uno sport che gli ha dato tanto e poi gli ha tolto tanto, di chi riesce a trovare dentro di sé le ultime forze per poter gridare io sono qualcuno, io sono qui in alto, il pubblico lì che rumoreggia, l’avversario per terra ad aspettare la mia Ram Jam e comunque vada a finire io non mi sono arreso e se il pubblico grida ancora il mio nome e l’avversario è ancora lì per terra io non sono un fallito… Cassidy è lontana, la figlia ormai persa ma se il pubblico è lì ad inneggiare il tuo nome allora sul ring non sei il fallito che sei nella vita, lì non sei Robin il macellaio che non riesce a riallacciare il rapporto con la figlia e a conquistare una spogliarellista, lì sei The Ram e la tua ultima Ram Jam verrà ricordata da tutti, e tu verrai ricordato da tutti perché la tua vita, quella vera, si è consumata tra quattro angoli e tre corde e certe cose non le te le può togliere niente e nessuno, nemmeno un infarto… Non per nulla Aronofsky opta per un finale apertissimo, anzi è lo spettatore che può scegliersi il finale così che ognuno possa trarre la propria morale dalla storia…
Malinconico e triste The Wrestler è un dramma dosato con perizia ed intelligenza, magari il rapporto con la figlia poteva essere delineato meglio ed effettivamente lascia il fianco a qualche stereotipo di troppo ma son peccati veniali di fronte alla drammaticità di una storia raccontata in maniera eccellente…
Aronofsky abbandona le sofisticherie dei film passati e opta giustamente per uno stile semi-documentaristico macchina a spalla e via a seguire (quasi pedinare) Rourke, scelta questa che da al film (il suo migliore fino a questo momento) una carica drammatica ancora più vistosa e permette un paio di scene indimenticabili (una per tutta il parallelo tra l’ingresso in macelleria e quello on stage immaginato da The Ram con tanto di pubblico intento a rumoreggiare)…
Momento clou la scena della session di autografi, tanto veritiera quanto assolutamente deprimente, specchio vero di quelle vite ormai perse per strada, quando vecchio e sfinito, su una sedia a rotelle o senza un orecchio, con il cuore a pezzi e un conto di banca prossimo allo zero, ti ricorda solo qualche mezzo s****to e stai lì a cercare di vendere un paio dvd o svendere una tua firma per 8 dollari…
Oltre ad un mostruoso Rourke (che malgrado il parco mosse limitato mostra di avere una buona agilità e di sapere stare sul ring) brilla anche una convincente Tomei e la sempre brava Evan Rachel Wood che però mora sembra perdere qualcosa…
Nota di demerito per la traduzione… Heel e face sono i termini base del gergo del wrestling e vogliono stare a significare cattivo e buono, ma nella nostra traduzione diventano tragicamente suola e faccia… Far supervisionare la traduzione a qualcuno con un minimo di cognizione di causa forse non sarebbe stata una cattiva idea eh?
Mancano camei di wrestler importanti (a parte Killings e Roselli) quando una partecipazione di chi ha avuto davvero un post carriera simile a quella di The Ram (tipo Randy Savage o Scott Hall o Jake The Snake Roberts) avrebbe dato qualcosina di più al film ma forse si è voluto evitare di calcare troppo la mano…
Nel complesso comunque un film eccellente, il film che avrebbe dovuto chiudere la carriera di Rocky Balboa invece chiude quella di The Ram ipotetico wrestler mai esistito ma tanto vicino a quella che è la realtà di tanti ragazzi che inseguendo il loro sogno pagano dazio al fisico… Il suo vero nome ricorda quello di RVD e la carriera degli anni 80 è ricalcata su quella di Hulk Hogan (il poster di The Ram vs Ayatollah è uguale a quello di Savage vs Hogan, loro si incontrano a Wrestelfest III che richiama vistosamente IL match che ha cambiato la storia del pro wrestling a Wrestelmania III Hogan vs Andrè e The Ayatollah sembra ricalcato su The Iron Sheik contro cui Hogan vinse per la prima volta il titolo mondiale) ma The Ram non è mai esistito pur parlando di storie vere… E forse servirà anche per dare più attenzione a due indie come CZW e ROH tanto diverse dal wrestling patinato in stile Stamford…